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Invaghimento e amore

Ultimo Aggiornamento: 07/05/2023 16:50
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24/04/2023 14:59

No infatti. Anche noi funzioniamo e stiamo bene insieme da anni. Perché ci siamo trovati, anche nelle nostre idee non convenzionali. E va bene così. Non è mai capitato di andare con altre persone, ma l'idea di potersi raccontare eventuali attrazioni (non sentimenti) perché ci sta in un rapporto lungo, è umano, può capitare, ci fa sentire tranquilli, nella massima fiducia, è la nostra forma di amore e di rispetto. Sapere che noi possiamo accettarci e restare comunque un punto fermo l'uno per l'altra.
[Modificato da Black Ink 24/04/2023 15:00]
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24/04/2023 15:05

Secondo me qui tutto il casino sta nel termine "possedere" che ciascuno interpreta a modo suo.

In amore io non intendo assolutamente il possesso della persona amata come un fatto deleterio...cioè come possedere un quadro ed inchiodarlo al muro insomma.
Intendo che puoi sentire quella persona come un qualcosa che ti appartiene, come una parte dei tuoi sentimenti, dei tuoi pensieri, della tua vita...fermo restando che lei ha una sua vita...perché ciascuno di noi ha la sua vita che è soltanto sua e su questo non si discute.

Ci siamo capiti finalmente?
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24/04/2023 18:23

L'unico senso del possesso che concepisco è quello pre-alessandrino.
E ho detto tutto.
Per me le cose sono due
Le mani mie le tette tue
Le cose sono due
Due
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24/04/2023 20:37

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 22/04/2023 12:05:

Forse ne hai una versione differente. Puoi spiegarmela?



Letto velocemente qualche risposta e mi associo a ciò che ha spiegato Nemes.
Chiaro che non si possiede una persona, coniuge, figlio o parente che sia.
Quello sarebbe ed è insano. E comprendo l'associarlo a questo tipologia perché in passato ed in alcune realtà odierne questa forma era ed è assolutamente negativa.
Ma possedere non è solo un verbo negativo. Anzi! E' un verbo molto concreto, fattivo, solido.
Nel caso delle persone crea legami. Di tipo familiare o anche sentimentale.
Nel caso dei sentimenti umani è un senso di appartenenza. Un appartenersi reciproco. E torno su "mio figlio" o mia madre o mio marito. Etc.
Pensiamo di pronunciare queste parole per comodità (come tu stessa hai detto) o per automatismo. Ma si potrebbe dire anche figlio, figlia, marito etc. Togliamo l'aggettivo possessivo e diventa ancora più veloce e comodo. Invece usiamo l'aggettivo possessivo proprio per stabilire un senso di appartenenza. Esempio: Mio figlio ovvero una parte di me. Non mia proprietà.
Se questo senso di appartenenza (essere parte di) non c'è o svanisce, il sentimento non c'è o si spegne.









MAI e SEMPRE sono le parole più improbabili al mondo.
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24/04/2023 20:47

Re:
Femisia (JLUL221203), 22/04/2023 13:22:

Masquerade


“E la parola non solo crea la realtà, ma la evidenzia più di quanto pensiamo.“


Ed ecco perché il potere penso lavori anche sul linguaggio. 😉




Togli pure il penso. E non fermarti al potere. Soffermarti anche nel piccolo, nel quotidiano. Pensa anche ad una banale pubblicità e all'uso studiato del linguaggio. Ancora: prendi due giornali di ideologie diverse e confronta il modo diverso con cui viene scritta una stessa notizia. La notizia è ciò che è accaduto, il come viene data crea la realtà che si vuole evidenziare.

Femisia (JLUL221203), 22/04/2023 13:13:


Magari la versione bella che tu dici non è definibile come possesso. In Treccani, nei sinonimi e contrari, nella parola possesso non esiste l’accezione che ne dai tu.





Non esiste solo Treccani. Un buon lavoro di ricerca, quale esso sia, tiene sempre conto di più fonti. L'importante è che siano attendibili.


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24/04/2023 21:38

Re: Re:
Masquerade (fnuj230103), 4/24/2023 8:37 PM:



Letto velocemente qualche risposta e mi associo a ciò che ha spiegato Nemes.
Chiaro che non si possiede una persona, coniuge, figlio o parente che sia.
Quello sarebbe ed è insano. E comprendo l'associarlo a questo tipologia perché in passato ed in alcune realtà odierne questa forma era ed è assolutamente negativa.
Ma possedere non è solo un verbo negativo. Anzi! E' un verbo molto concreto, fattivo, solido.
Nel caso delle persone crea legami. Di tipo familiare o anche sentimentale.
Nel caso dei sentimenti umani è un senso di appartenenza. Un appartenersi reciproco. E torno su "mio figlio" o mia madre o mio marito. Etc.
Pensiamo di pronunciare queste parole per comodità (come tu stessa hai detto) o per automatismo. Ma si potrebbe dire anche figlio, figlia, marito etc. Togliamo l'aggettivo possessivo e diventa ancora più veloce e comodo. Invece usiamo l'aggettivo possessivo proprio per stabilire un senso di appartenenza. Esempio: Mio figlio ovvero una parte di me. Non mia proprietà.
Se questo senso di appartenenza (essere parte di) non c'è o svanisce, il sentimento non c'è o si spegne.




Comunque, il termine “possesso”, se cerchi in Treccani, non ha significati relazionali.

Idem “possedere”.

Quello che intendete voi lo si dirà in altro modo.

Al massimo, c’è l’unione sessuale come “possedere”, se proprio vogliamo rimanere nell’ambito. 🤣



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24/04/2023 22:32

@Masquerade

Nel caso delle persone crea legami. Di tipo familiare o anche sentimentale.
Nel caso dei sentimenti umani è un senso di appartenenza. Un appartenersi reciproco. E torno su "mio figlio" o mia madre o mio marito. Etc.



@Femisia

Quello che intendete voi lo si dirà in altro modo.



Terminologia a parte, penso che alla fine siamo tutti d'accordo sul fatto che va sempre rispettata la libertà degli altri così come pretendiamo rispetto per la nostra libertà.
Ovviamente prendere impegni di qualsiasi tipo con il prossimo implica una parziale cessione di libertà.
La fedeltà coniugale ad esempio è un impegno che prendiamo con il nostro/con la nostra partner e gli eventuali "invaghimenti" vanno vagliati alla luce di tale impegno, non siamo "proprietà" di nessuno ma la nostra libertà è limitata dall'impegno preso!

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24/04/2023 23:51

@masquerade

Non riesco a trovarmi d'accordo con te.
L'uso dell'aggettivo è per necessità di chiarezza, come aggiungere un cognome per definire chi sia quella persona.

I legami non spariscono se uso o non uso quell'aggettivo.
Né i sentimenti si creano o scompaiono a seconda dell'uso dello stesso.

Ci sono persone che sono sicuramente figli di qualcuno e lo saranno sempre, malgrado si sentano completamente o parzialmente estranei alla "tradizione familiare".

Così come si vivono legami con persone che neppure hanno la possibilità di avere un aggettivo possessivo davanti al loro ruolo.

Per me, il possesso non fa parte delle relazioni tra le persone e quando lo avverto è un campanello d'allarme che mi dice che devo correggere il tiro (es. i miei figli: cerco di ricordarmi che sono persone diverse da me e che sicuramente non mi appartengono. Piu riesco ad esprimere il mio amore per loro, più li lascio liberi d'essere.
Più mio padre insiste nel fatto che io sia sua figlia, più faccio in modo che si ricordi che figlia lo sono, sua no).


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25/04/2023 10:13

Il problema sta nel mettere in relazione ciò che non ha relazione. L'invaghimento è qualcosa di talmente banale che avvicinarlo all'amore (anche se solo nel titolo della discussione) è forviante.
Quindi, considerando strettamente solo il titolo della discussione, l'ivaghimento viene reso importante dall'accostamento all'amore e l'amore viene banalizzato dall'accostamento all'invaghimento.
Da ragazzetto era normale invaghirmi di qualche ragazzetta perché ero puro istinto e niente sentimento. L'ormone mi faceva invaghire, impossibile considerare l'amore.
Ora ho qualche anno in più e non mi invaghisco più perché sono abbastanza presente a me stesso. Amo? Sì anche se ad un livello appena distaccato dall'istinto ormonale. Me ne sono reso conto quando un mio professore ci spiegò una poesia d'amore che in realtà non trattava dell'amore, bensì dell'invaghimento del poeta per una donna che non conosceva e mai conobbe.
Pensai: ma se i poeti ci mettono fuori strada sull'amore, come posso riconoscere l'amore? Per fortuna ci sono persone con grande esperienza e competenza che trattano di questo tema e lì ho capito che è proprio l'età che, portando a maturazione la persona, la rende capace d'amare.
Praticamente l'amore è espressione di chi è maturo, presente a se stesso.
Poi, come dicono chiaramente queste persone d'esperienza, amare è l'azione che prima di tutto va rivolta a se stessi. Chi non sa prendersi amorevolmente cura di sé non sa amare le altre persone.
Credo che a questo punto entra in gioco anche la libertà e non il possesso. Io voglio essere libero d'amare, niente subordinazione ad altra persona. Amare è un'azione volontaria non arginabile con confini e limiti, è un'azione di libertà.
Se io che mi amo voglio la libertà per me stesso, tanto più la voglio per chi amo: l'amore è conseguenza della libertà come la libertà è conseguenza dell'amore. Più propiamente si deve dire che amore e libertà sono lo stesso sentimento, la stessa azione.
Non è complicato alla fin fine amare, è complicato appiccicare il sesso all'amore. Infatti i limiti alla libertà d'amare li mette il sesso che è possesso. Apparente possesso.
Del resto chi è talmente tanto fesso da condividere la figa della partner con altri? Cioè, il cervello della partner, o anche il cuore, può essere condiviso ma la passera assolutamente no! Perché? Bé, perché dalla passera della partner escono i bimbi. Nessuno vuol essere padre di un bimbo non suo. Da sempre.
Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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25/04/2023 10:20

Re:
ilpoeta59, 4/24/2023 10:32 PM:



Ovviamente prendere impegni di qualsiasi tipo con il prossimo implica una parziale cessione di libertà.
La fedeltà coniugale ad esempio è un impegno che prendiamo con il nostro/con la nostra partner e gli eventuali "invaghimenti" vanno vagliati alla luce di tale impegno, non siamo "proprietà" di nessuno ma la nostra libertà è limitata dall'impegno preso!




Questa è la tradizione. Ma l'amore di fatto viene ingabbiato in un contratto, laico o religioso che sia. Non è più libero.




Osho…

Se dipendi sessualmente da un uomo - o da una donna-, hai sempre paura che possa lasciarti per qualcun altro. Non è una vera relazione, è una forma di sfruttamento reciproco: vi state usando l’un l’altro, ma non c’è amore e tu lo sai, per questo hai paura. Questa paura diventa gelosia e opera in modo che tu non permetta alle cose di accadere: starai in guardia, prenderai ogni misura di sicurezza e farai sì che quest’uomo non possa mai rivolgersi a un’altra donna. Perfino uno sguardo sarà un segnale di pericolo…
(…)
Chiuderai ogni strada, ogni porta. Ma quando tutte le porte sono chiuse, l’uomo è come morto, la donna è come morta; un prigioniero, una schiava e non si può amare una cosa morta. Non puoi amare qualcuno che non è libero; infatti, l’amore è bello solo quando è dato in libertà, quando non è richiesto, pretesto, forzato. E più controlli, più lo uccidi, perché la libertà stessa va persa. E la persona rimarrà in questa situazione per delle ragioni che non hanno niente a che fare con l’amore; infatti, come puoi amare qualcuno che ti possiede? È un nemico.


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25/04/2023 10:22

Re:
ilpoeta59, 4/24/2023 3:05 PM:

Secondo me qui tutto il casino sta nel termine "possedere" che ciascuno interpreta a modo suo.

In amore io non intendo assolutamente il possesso della persona amata come un fatto deleterio...cioè come possedere un quadro ed inchiodarlo al muro insomma.
Intendo che puoi sentire quella persona come un qualcosa che ti appartiene, come una parte dei tuoi sentimenti, dei tuoi pensieri, della tua vita...fermo restando che lei ha una sua vita...perché ciascuno di noi ha la sua vita che è soltanto sua e su questo non si discute.

Ci siamo capiti finalmente?



Queste sono parole tue:


la libertà di essere gelosi o meno, la libertà di possedere e di essere posseduti




Ogni eccesso è dannoso, se si vuole imprigionare qualcuno allora si scade nella malattia mentale. Ma una sana gelosia e un sano senso di appartenenza e/o di possesso sono normali e non fanno danni.




Se Gelosia = Possesso allora…


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25/04/2023 10:27

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 4/24/2023 2:00 PM:

Femisia tu sei fantastica: nel senso che parli solo per fantasia, concretezza poca.

Il sentimento della fuga non esiste.

"Penso bisognerebbe fare così"

Ecco, pensa per condizionali.

"Decido di stare/restare con x perché lo sento, senza tante elucubrazioni mentali. "

Le tue sono elucubrazioni mentali. I miei hanno un nome che qui sul forum sono Peppina e Peppino. Molto molto concreti.

Sarà da madre snaturata, sai quante volte HO SENTITO che non ce la facevo più? Quindi sentendo avrei dovuto andarmene? Per dimostrare cosa? Di essere libera?







Il sentimento della fuga non esiste.


Ne hai parlato tu, non io.

Senti, io non parlo nè di figli nè di te ma di rispettare quello che uno sente. Fine.

Tu sarai concreta io sarò idealista, va bene?!

Se la realtà ti porta a vivere comunque insieme, nonostante sia finito il sentimento, pazienza, l'essenziale è non fingere, onorando quel che si sente. Mettiamola così.

Di certo, l'ideale è più facile, la messa in pratica più dura.

[Modificato da Femisia 25/04/2023 10:27]

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25/04/2023 11:14

Ma è la realtà quella che conta. Le idee, per quanto bellissime, se rimangono idee sono quella gabbia che cerchi di fuggire. L'ideale non deve impedire di vivere né farti ritrarre dalla vita concreta.
La sfida è tradurre in realtà le idee, concretizzarle. Renderle azioni.

Altrimenti non vale 😅

Pensa a quelli che amano tantissimo il loro prossimo nel mondo delle idee e poi nella realtà lo pestano e lo fregano. Certo è un'estremizzazione. Reale.

Quello che cerco di spiegarti, quando ti chiedo ad esempio cosa mangi e bevi (cose molto concrete, molto basiche), è per dirti che in generale posso anche essere d'accordo con alcune tue idee. Ma una volta che sai che la produzione industriale di alimenti è in mano per la gran parte alle multinazionali, che fai? Cosa mangi nella tua vita?
Ti sei fatta l'orto e bevi acqua piovana?

Tu non vivi nel mondo delle idee, quindi come traduci il tuo idealismo?
Cosa fai quando si scontra con la dura realtà se "per caso" ideale e reale non coincidono?

Rinunci? Cerchi di capire come quella realtà funziona? La rifiuti o la accetti?


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25/04/2023 11:27

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 4/25/2023 11:14 AM:

Ma è la realtà quella che conta. Le idee, per quanto bellissime, se rimangono idee sono quella gabbia che cerchi di fuggire. L'ideale non deve impedire di vivere né farti ritrarre dalla vita concreta.
La sfida è tradurre in realtà le idee, concretizzarle. Renderle azioni.

Altrimenti non vale 😅

Pensa a quelli che amano tantissimo il loro prossimo nel mondo delle idee e poi nella realtà lo pestano e lo fregano. Certo è un'estremizzazione. Reale.

Quello che cerco di spiegarti, quando ti chiedo ad esempio cosa mangi e bevi (cose molto concrete, molto basiche), è per dirti che in generale posso anche essere d'accordo con alcune tue idee. Ma una volta che sai che la produzione industriale di alimenti è in mano per la gran parte alle multinazionali, che fai? Cosa mangi nella tua vita?
Ti sei fatta l'orto e bevi acqua piovana?

Tu non vivi nel mondo delle idee, quindi come traduci il tuo idealismo?
Cosa fai quando si scontra con la dura realtà se "per caso" ideale e reale non coincidono?

Rinunci? Cerchi di capire come quella realtà funziona? La rifiuti o la accetti?




Sì, io mi limitavo a parlare in generale dell’amore e semmai del fatto che spesso/sempre non si fa quello che si sente davvero.

Poi, tu ti sarai sentita chiamata in causa.


Quello che cerco di spiegarti


Sì, Maestra. [SM=p4449760] [SM=p4449805]

Chissà... [SM=p4449760]

Comunque, certo, le due cose dovrebbero idealmente [SM=p4449760] andare insieme o trovare una qualche quadra, insomma.

Solo che tu ormai ti sei fissata e ogni volta che parlo in generale, arrivi. [SM=p4449760]





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25/04/2023 11:59

Dissento al 100% sul fatto che bisognerebbe fare ciò che si sente. Anzi aggiungo che vorrei stare alla larga il più possibile dalle persone che si vantano di fare ciò che sentono.
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25/04/2023 12:10

Vedi Femisia, spiegarti era riferito al mio pensiero, al perché insisto, quando mi rivolgo a te, a chiederti della tua concretezza di vita. A spiegare non come una maestra, come una persona che si vuole far capire da un'altra.
A spiegarti che condivido alcuni tuoi ideali e che non capisco né riesco ad immaginare come tu faccia nel concreto, visto che viviamo nello stesso Paese per di più.

Certo, si può parlare in generale ma proprio perché è un confronto chiedo a te. Non è fissazione, semplicemente sospetto che tu non ti confronti con la realtà. Per questo ti chiedo un esempio concreto, di come tu abbia risolto il conflitto reale-ideale, tenendo conto che i tuoi ideali sono piuttosto alti.

Come vedi, tutto il contrario di un insegnamento: sono qui che ti chiedo di imparare.

A vivere però. Non a rimuginare. A fare quello, sono bravissima da me (cit.)
[Modificato da LaPeppa 25/04/2023 12:10]


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25/04/2023 18:20

Re: Re: Re:
Femisia (JLUL221203), 24/04/2023 21:38:



Comunque, il termine “possesso”, se cerchi in Treccani, non ha significati relazionali.

Idem “possedere”.

Quello che intendete voi lo si dirà in altro modo.

Al massimo, c’è l’unione sessuale come “possedere”, se proprio vogliamo rimanere nell’ambito. 🤣





Lavori per Treccani immagino 😁


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25/04/2023 18:23

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 24/04/2023 23:51:

@masquerade

Non riesco a trovarmi d'accordo con te.



Non devi esserlo.
Mi hai chiesto di spiegare il mio punto di vista e l'ho fatto.
Forse ancora non bene e non perché non sei d'accordo con me.😉



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25/04/2023 18:31

Re:
ilpoeta59, 4/24/2023 10:32 PM:


Ovviamente prendere impegni di qualsiasi tipo con il prossimo implica una parziale cessione di libertà.
La fedeltà coniugale ad esempio è un impegno che prendiamo con il nostro/con la nostra partner e gli eventuali "invaghimenti" vanno vagliati alla luce di tale impegno, non siamo "proprietà" di nessuno ma la nostra libertà è limitata dall'impegno preso!


@Femisia

Questa è la tradizione. Ma l'amore di fatto viene ingabbiato in un contratto, laico o religioso che sia. Non è più libero.



Cara Femisia, l'amore libero lo facevamo noi ragazzi degli anni settanta, in primo luogo perché eravamo "compagni" e in seconda battuta perché eravamo negli anni della fantasia al potere.
Venendo ai giorni nostri e alla vita reale dobbiamo prendere atto della parziale cessione di libertà in un rapporto amoroso, anche in assenza di un "contratto" matrimoniale.
Del tipo che se io e te stiamo insieme tu non sei libera di darla a chi ti pare e io non sono libero di scoparmi chi mi pare, ok?
È ovvio che se uno dei due comincia a martellare l'altro con una gelosia infondata e asfissiante allora va mandato affanculo senza aspettare che la situazione degeneri!
[Modificato da ilpoeta59 25/04/2023 18:32]
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25/04/2023 18:39

Re: Re:
Masquerade (fnuj230103), 25/04/2023 18:23:



Non devi esserlo.
Mi hai chiesto di spiegare il mio punto di vista e l'ho fatto.
Forse ancora non bene e non perché non sei d'accordo con me.😉




Grazie carissima 👍🙂


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25/04/2023 18:45

@Masquerade

Ma possedere non è solo un verbo negativo. Anzi! E' un verbo molto concreto, fattivo, solido.
Nel caso delle persone crea legami. Di tipo familiare o anche sentimentale.
Nel caso dei sentimenti umani è un senso di appartenenza. Un appartenersi reciproco. E torno su "mio figlio" o mia madre o mio marito. Etc.
Pensiamo di pronunciare queste parole per comodità (come tu stessa hai detto) o per automatismo. Ma si potrebbe dire anche figlio, figlia, marito etc. Togliamo l'aggettivo possessivo e diventa ancora più veloce e comodo. Invece usiamo l'aggettivo possessivo proprio per stabilire un senso di appartenenza. Esempio: Mio figlio ovvero una parte di me. Non mia proprietà.
Se questo senso di appartenenza (essere parte di) non c'è o svanisce, il sentimento non c'è o si spegne.



L'appartenenza paisà! 👍
Tu sei una mia concittadina e con questo "mia" non intendo che sei di mia proprietà. 😀
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25/04/2023 18:50

Re:
ilpoeta59, 25/04/2023 18:45:

@Masquerade

Ma possedere non è solo un verbo negativo. Anzi! E' un verbo molto concreto, fattivo, solido.
Nel caso delle persone crea legami. Di tipo familiare o anche sentimentale.
Nel caso dei sentimenti umani è un senso di appartenenza. Un appartenersi reciproco. E torno su "mio figlio" o mia madre o mio marito. Etc.
Pensiamo di pronunciare queste parole per comodità (come tu stessa hai detto) o per automatismo. Ma si potrebbe dire anche figlio, figlia, marito etc. Togliamo l'aggettivo possessivo e diventa ancora più veloce e comodo. Invece usiamo l'aggettivo possessivo proprio per stabilire un senso di appartenenza. Esempio: Mio figlio ovvero una parte di me. Non mia proprietà.
Se questo senso di appartenenza (essere parte di) non c'è o svanisce, il sentimento non c'è o si spegne.



L'appartenenza paisà! 👍
Tu sei una mia concittadina e con questo "mia" non intendo che sei di mia proprietà. 😀



Ci mancherebbe altro. Niente a che vedere con il possesso/proprietà!😄
Però mi rendo conto che è un po' difficile da spiegare.🤗



MAI e SEMPRE sono le parole più improbabili al mondo.
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Post: 578
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25/04/2023 19:10

Re: Re:
Masquerade (fnuj230103), 25/04/2023 18:50:



Ci mancherebbe altro. Niente a che vedere con il possesso/proprietà!😄
Però mi rendo conto che è un po' difficile da spiegare.🤗






Sai qual è il problema?
I forum sono soltanto parole scritte e si finisce per essere troppo pedanti appellandosi addirittura al vocabolario, guardandosi in faccia ci si capisce molto meglio.
Quando non esisteva internet e parlavamo al telefono io odiavo anche parlare al telefono perché nascevano malintesi, restavamo intrappolati in un groviglio di parole e finivamo per litigare.
Molto più delle parole contano le azioni ma qui in internet i fatti non sono dimostrabili! 😎


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25/04/2023 19:17

Re: Re: Re:
ilpoeta59, 25/04/2023 19:10:



Sai qual è il problema?
I forum sono soltanto parole scritte e si finisce per essere troppo pedanti appellandosi addirittura al vocabolario, guardandosi in faccia ci si capisce molto meglio.
Quando non esisteva internet e parlavamo al telefono io odiavo anche parlare al telefono perché nascevano malintesi, restavamo intrappolati in un groviglio di parole e finivamo per litigare.
Molto più delle parole contano le azioni ma qui in internet i fatti non sono dimostrabili! 😎





Lo so. Al massimo i fatti sono dimostrabili con un link. E mentre lo scrivo faccio una piccola smorfia.
Stiamo diventando troppo "meccanici".
Per quanto apprezzi la possibilità di estendere le conoscenze che offre il mondo virtuale, io sono per il reale.
I rapporti faccia a faccia sono i migliori. Anche se si deve litigare.




MAI e SEMPRE sono le parole più improbabili al mondo.
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25/04/2023 19:36

Giusto per curiosità: con quante persone e quanto spesso vi capita di parlare di certi argomenti?
Sempre che vi interessi parlarne


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