Le relazioni in cui credevo e che non hanno funzionato

Proponendo qs topic, sto pensando sia alle relazioni d'amore che a quelle d'amicizia.
Preambolo : il comune denominatore di ognuna delle nostre relazioni siamo...noi, quindi, imho, la cosa più intelligente ed onesta è prendersi le proprie responsabilità.

Per non andare in OT, limitiamoci alle relazioni in cui credevamo.
Inizio io.

A posteriori, quando non funziona, è perchè :
- mi entusiasmo troppo facilmente e abbastanza in fretta scopro che la persona somiglia molto poco all'idea che volevo farmi di lei. Il cosiddetto farsi film. Spesso io stessa ho lasciato perdere, rendendomi conto dell'abbaglio.
- l'altro/a si è entusiasmato troppo in fretta, ed io mi son lasciata trascinare in storia che non sentivo veramente;
- l'altro/a ha omesso, di proposito o no, "dettagli" che son venuti fuori più tardi
- fuoco di paglia
- cambiamento importante nella vita di uno di noi che l'altro non sopporta e con cui non ha nessuna intenzione di convivere.

Lista non esaustiva, mi verranno in mente altre cose

Al tuo elenco aggiungo: inesperienza, dare per scontato, sfinimento, naturale esaurimento della relazione.

Quando sono sbarcata su Amando ero ancora convinta che bastasse lavorare nella relazione e averne voglia.

Oggi non la penso più così.

C'è una parte che esula dalla volontà.

Dare per scontato : verissimo. Da più di vent'anni frequento essenzialmente non italiani/e, e mi sono resa conto di come certe cose che per me sono ovvie necessitino di essere specificate. Questo mi ha fatto riflettere su come ANCHE con italiani non lo siano.
People aren't people

allora, semplificando e riassumendo al massimo (forse in parte anche per non fare troppa autocritica 🤣) posso dire questo:

storie d'amore che non hanno funzionato: 2, motivo: giovinezza, eravamo minorenni quando ci siamo messi insieme, e per uno dei due componenti della coppia era la prima storia in assoluto. ci sono ovviamente altri motivi, ma secondo me sarebbero finite in ogni caso per questo motivo.

storie d'amicizia che non hanno funzionato: innumerevoli, alcune le ho interrotte io volontariamente, spesso sparendo del tutto, in modo piú o meno graduale, quando frequentare quelle persone non era piú un piacere, ma una fatica, molte altre perse per strada, vite diverse in luoghi diversi e molto distanti tra loro.

Caspita Stelin, dovrei copiare i tuoi punti (e anche la canzone dei DM 💜).

Boh, io se mi guardo indietro vedo solo il caos, nonostante due storie lunghe. Ho fatto troppi errori, non ho potuto replicare i modelli perché la natura anarchica delle relazioni era incontenibile.

ti ho messo like per la natura anarchica delle relazioni che era incontenibile, ma dubito che tu abbia fatto chissà quali errori, a parte ovviamente quelli che abbiamo fatto tutti, intendo niente di imperdonabile.

Ma saranno poi errori? Quelli di TheGlitch e tutti?

@Nemes87 Si si, niente di unico, immagino sia la norma fare cazzate pensando di fare la cosa giusta talvolta.

@LaPeppa Eh, diciamo che se guardo ciò che ho e sono oggi, posso dire di aver scelto le strade sbagliate per gli obiettivi che mi ero prefissato, ma capisco che un percorso è un percorso a prescindere e a volte ti tocca lo sterrato. Immagino di aver volutamente bypassato gli schemi che mi avrebbero fatto avere una vita "normale", per l'ansia di conformarmi. Ma, come dicevo, la natura stessa dei miei modi di fare, della mia insoddisfazione cronica probabilmente, ha preso il sopravvento sulla parte logica.

Ho fatto tutto io, non posso dare colpa a parti di me delegando le azioni, era giusto per fare autoanalisi.

Tutto sommato l'unica cosa che davvero non sopporto facilmente è il senso di colpa di aver fatto soffrire persone che mi vogliono bene, persone sensibili, anche se non c'era probabilmente altro modo per deragliare da quel percorso che ovviamente non era il mio. Ora è diverso, sarebbe diverso. 😉

Allora caro TheGlitch, ho aspettato per vedere se mi passava ma no quindi....

....ma perché errori? Li guarda e li giudica TheGlitch di adesso. Quello di allora ha fatto solo ciò che poteva e doveva, oltretutto per portarti fin qui.

"Ho fatto tutto io, non posso dare colpa a parti di me delegando le azioni, era giusto per fare autoanalisi."

Questo è un assurdo. Oppure non capisco.

Dare la colpa a parti di te...ho fatto tutto io...parti di te sono comunque te. Minchi, abbracciale quelle parti, altro che disconoscerle o frammentarti.
Tra l'altro ho il sospetto che useresti questa compassione per un'altra persona che ami.
Tu non sei da meno. Scegliti.

E qui dico io un assurdo.
Certo, c'è il dispiacere di aver fatto male ad altri. Figurati che alcune persone vivono meno bene il male fatto di quello ricevuto, alcune persone...🙄

E se quel male fosse stato necessario? Non è una giustificazione e nulla c'entra con la cattiveria consapevole.

A volte aneliamo ad un mondo senza il dolore, la sofferenza. Ok, anch'io, anche in questo momento.
Ma dolore e sofferenza esistono.
Non accettarle è ingenuo e crea ancora più sofferenza.

Il dolore inflitto a persone sensibili potrebbe aver avuto un senso per la crescita di quelle persone sensibili. A te è mai capitato? Di essere dalla parte delle persone sensibili, intendo.

Non so, sarà che sei una persona che mi piace, anche se non sempre capisco quando scrivi, ma vorrei che la smettessi di massacrarti. Sei bello e meriti sicuramente lo stesso amore che riservi a chi ami.
Abbraccio e buona giornata
LaPeppa

Peppa, pensa che lettura diversa abbiamo del suo post : per me non si sta massacrando, sta facendo utilissima autoanalisi prendendosi le proprie responsabilità e traendo esperienza per avere una vita che gli assomigli sempre di più! E il fatto che la sofferenza sia utile... certo, possiamo cercare di farne qualcosa di buono, ma ti assicuro che la felicità fa molto, molto meglio ! Se incontrassi un uomo che mi dice : le mie storie son tutte fallite perchè le donne son tutte troie manipolatrici/capito solo su perverse narcisiste/sono troppo buono... scapperei a gambe levate, su di uno che mi fa un discorso come Glitch sarei ben più rassicurata, persino ammirativa. Detto ciò' non è ancora orfano per cui, caro Glitch, non farti illusioni 😜

Ma lui non dà responsabilità ad altri. Nom avrei scritto quel post per tutti.

Scrivere che si assume lui tutta la responsabilità e non la dà a parti di sé....mi sa di troppa autoanalisi.

Ammirativa? Certamente.

Ma se uno mi raccontasse ad un appuntamento i motivi dei fallimenti delle altre storie...mmmm....no. A meno che non sia la sua psicologa.

No, certo, pure io fuggirei!
Pensavo al quindicesimo o sedicesimo appuntamento...😂
In certi casi il troppo non stroppia, e, posso scriverlo, nel caso di un uomo è talmente raro !

Io sostanzialmente mi entusiasmo troppo, pensando che l'entusiasmo sia una bella cosa e invece no! Pare che no! 🤣

@LaPeppa Ti abbraccio perché so che probabilmente vorresti svitarmi il cervello, metterlo in lavatrice e forse rimettermelo a posto 😂.

Scherzi a parte, certo, vedo le cose come la persona che sono adesso... non è che penso tutti i giorni al passato, anzi, capita a volte e non ho l'ossessione. Essendo passati anni è più come un rumore di fondo, quello che io chiamo errore, è più un fastidio che un turbamento. Certamente è normale fare cazzate o scelte che poi danno dei risultati pessimi e comunque ciò che è fatto è fatto, pazienza.

In merito alle responsabilità invece, a volte si tende a delegare gli errori, i problemi e i disagi colpevolizzando un'entità esterna, come può essere l'Io del passato, una parte di noi che abbiamo creato, o una terza figura immaginaria. Invece io ho metabolizzato questo aspetto e sono consapevole che tutte quelle versioni sono sempre me, l'io di adesso. Per questo dicevo che mi prendo la responsabilità delle mie azioni senza delegare. Cosa che per molti è probabilmente banale e facilmente attuabile.

Ma non ho la paranoia di questo eh, ogni tanto mi viene in mente il passato e mi girano le palle. Poi io ho la fissa di infilarmi volutamente nella mia introspezione e finché non ho compreso ogni meccanismo legato alle mie azioni non riesco realmente ad andare oltre, a voltare pagina. Ed è solo in quel momento che mi sento "neutrale" per un po'... leggero.

Un abbraccio perché sei paziente ;-). Sai che sono squilibrato a volte.

@Stelin oddio, in effetti non parlerei mai di queste cose ad un appuntamento. Anche se mi venissero poste domande specifiche sulle mie relazioni precedenti, sarei molto generico, mi darebbe fastidio ricevere tali confidenze così rapidamente e non lo faccio a mia volta. In questo senso il mio passato è risolto.

Poi c'è da dire che quando inizio una storia o una conoscenza, quella per me è una strada pulita... non avrebbe senso contaminarla di negatività. Al massimo, se accade, parlo del passato ironizzando, non colpevolizzando.

Mi è capitato di uscire, tanti anni fa, con una che s'è messa a parlare del "pezzo di merda del suo ex..." è stato un momento abbastanza fastidioso, infatti l'ho incontrata forse due volte, devo averle detto di ricontattarmi, se voleva, una volta risolto il suo passato. Negli ultimi 20 anni non mi ha scritto, quindi direi che sono salvo. 😂

Non ho molta pazienza, ormai dovrebbe essere chiaro 😁😘

Non me ne ero accorto 🤣

La pazienza è la virtù dei pigri.

Annamo bene....
...riesco a non aver pazienza e ad essere pigra 😁 bingo 👍

ahahah, lo volevo scrivere anch'io, Peppa 🤣 sono una pigra viziosa, impulsiva e impaziente 😝

@nemes

Strano, non l'avrei mai neppure pensato 😜

Nei primi 4 punti elencati da Stelin mi ci ritrovo.
Sul quinto no.
Cambiamenti di percorso ci sono stati e a volte le storie si sono semplicemente esaurite per interessi e percorsi diversi. Non per non aver sopportato determinati cambiamenti. E penso di poter dire lo stesso anche riferendomi a chi "ho perso per strada" e mi ha a sua volta "persa".


Sento molto parte di me questo testo e lo incollo dal web:

Le persone vengono nella tua vita per una ragione, per una stagione o tutta la vita. Quando saprai perché, saprai cosa fare con quella persona. Quando qualcuno è nella tua vita per una RAGIONE, di solito è per soddisfare un bisogno cha hai espresso. Sono venuti per assisterti attraverso una difficoltà, per darti consigli e supporto, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente. Possono sembrare come un dono del cielo e lo sono. Loro sono li per il motivo per cui tu hai bisogno che ci siano.
Quindi, senza nessuno sbaglio da parte tua o in un momento meno opportuno, questa persona dirà o farà qualcosa per portare la relazione a una fine. Qualche volta loro muoiono. Qualche volta se ne vanno. Qualche volta si comportano male e ti costringono a prendere una decisione. Ciò che dobbiamo capire è che il nostro bisogno è stato soddisfatto, il nostro desiderio realizzato, il loro lavoro è finito. La tua preghiera ha avuto una risposta e ora è il momento di andare avanti. Alcune persone vengono nella nostra vita per una STAGIONE, perché è arrivato il tuo momento di condividere, crescere e imparare. Loro ti portano un'esperienza di pace o ti fanno ridere. Possono insegnarti qualcosa che non hai mai fatto. Di solito ti danno un incredibile quantità di gioia. Credici, è vero. Ma solo per una stagione! Le relazioni che durano TUTTA LA VITA ti insegnano lezioni che durano TUTTA LA VITA, cose che devi costruire al fine di avere delle solide fondamenta emotive. Il tuo lavoro è accettare la lezione, amare la persona e usare ciò che hai imparato in tutte le altre relazioni e aree della tua vita. Si dice che l’amore è cieco ma l’amicizia è chiaroveggente.
E' bello essere parte di una vita, che sia per una ragione, una stagione o tutta la vita.
(Paulo Coelho)

Idealismo e ingenuità; indecisione e incertezza.

Bel topic.
Partiamo dall' era preistorica per quanto mi riguarda perché mio marito l'ho conosciuto da giovanissima.
A 16 anni mi sono innamorata di un ragazzo bellissimo che abitava in un' altra città, conosciuto in vacanza. Mi aveva detto parole d'amore incredibili e io gli avevo creduto così come per mesi avevo creduto che avrebbe risposto alle mie lettere. Mi sono sentita un' idiota dopo mesi, quando ho capito che non mi avrebbe mai scritto. Meno male che non gliela ho data così almeno anche lui si è sentito un po' stupido a 22 anni ad aver detto ad una ragazzina che la amava.
Mi sono buttata in due relazioni dai 17 anni ai 19, con due ragazzi che erano uno più bello dell'altro. In entrambi i casi mi ero fatta dei film e poi è accaduto che col primo ho capito di essere capitata con un carattere insipido e inconcludente. Il secondo aveva lati oscuri, problemi familiari ed era sostanzialmente possessivo, cosa che me è insopportabile.
Tra le altre storie andate male ci sono quelle aimé, da sposata di cui non ho voglia di parlare ma sostanzialmente una è stata una infatuazione a distanza, quindi un film mio. Un' altra è stata più un farsi trascinare.
Come amicizie è sempre stato il motivo 1: film miei basati su aspettative mie deluse. Però con le amicizie, resto sempre disponibile con tutti; se sono nelle condizioni di aiutare, aiuto. Se mi viene chiesto di partecipare ad un evento, anche se so che è per tappare un buco, partecipo (se posso). Non sono vendicativa e lo so che certe persone sono opportuniste, io non lo sono e penso sia pure faticoso stare a tenere il registro dare/avere con tutti. Purtroppo a fare così ho imparato tardi che certe persone sono pericolose e vanno tenute lontane.

Direi che credevo in tutte le relazioni che ho iniziato, ho sempre avuto molte aspettative che puntualmente sono andate a farsi benedire...🤣 Si partiva a mille per poi cadere nei soliti errori. Forse sono meglio le partenze al rallentatore? 🤔