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Carico mentale della coppia con figli

Ultimo Aggiornamento: 17/04/2024 11:14
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Post: 11
Sesso: Femminile
12/04/2024 17:03

In molte famiglie i genitori hanno percentuali lavorative diverse e spesso, nelle famiglie con figli, l'uomo lavora ad una percentuale maggiore della donna che si occupa di più di casa e figli.
Mi rivolgo principalmente alle donne madri (ma di riflesso anche ai papà...), come gestite il carico mentale? cioè la quantità di impegni e responsabilità che quotidianamente vengono richieste in quanto madri e lavoratrici?
Siete intercambiabili nei ruoli "domestici" che comprendono gestire una casa ed educare i figli?
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Post: 2.061
Età: 51
Sesso: Maschile
12/04/2024 22:13

Nel nostro caso i ruoli sono stati invertiti perché la vita ci ha portato in questa condizione. Io sono sempre stata libera professioniata e quindi ho sempre lavorato più di mio marito che al contrario ha goduto di tutti i privilegi tipici dei dipendenti, compreso l'allattamento. Dico che ci ha portato la vita in questa direzione perché ho capito che non sempre si può scegliere. Però ho anche capito che ci si può adattare e sapersi adattare ad una situazione non significa accontentarsi ma avere l'opportunità di andare comunque avanti. Andare avanti ti consente di avere altre opportunità ancora di vita che mai ti saresti aspettata. Non so se mi sono spiegata.
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Post: 67
Sesso: Femminile
13/04/2024 07:48

Non c'è l'avrei mai fatta senza mio marito. Quando i nostri figli erano piccoli lavoravamo tutti e due e entrambi ci occupavano di casa e figli, compatibilmente ai nostri impegni.
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Post: 601
Sesso: Femminile
14/04/2024 16:44

Mio marito si autodefinisce "uno bravo, che aiuta". Il che ti fa capire che quando una persona è convinta di aiutarti, ti sta dicendo in pratica che quel carico è TUO ma lui, che è bravo appunto, ti aiuta.
Questo perché lui è stato molto più figlio di quanto sono stata figlia io. Non so se su questo abbiano influito più questioni di genere (figlio maschio vs figlia femmina) o sociologiche (figlio di casalinga vs figlia di donna in carriera), fatto sta che per quanto nella sua testa lui sia effettivamente convinto di praticare attivamente la parità, rispetto magari a suo padre, che rientrato da lavoro conosceva solo il percorso divano-tavola-divano, ha fatto sua la convinzione che sia la donna a dover tenere le redini di tutto e che il miglior marito tuttalpiù può essere un buon cavallo da corsa, se lo sproni e gli dici in che direzione andare, a che velocità e quando fermarsi.
Però la fatica del vivere sta appunto in quel carico mentale, da cui io non mi sento mai sollevata. Dover istruire qualcuno è di per sé un carico di lavoro aggiuntivo, con un beneficio minimo rispetto a quello che si otterrebbe se quella persona fosse autonoma nell'iniziativa. La parità non la vedo nel chiederti di pulire e tu lo fai, la vedo nel trovare già pulito perché avevi sporcato. La vedo nel non dover costantemente vedere tutto e provvedere o chiederti di provvedere. E su questo secondo me siamo lontani anni luce.
È una delle ragioni per cui tante coppie scoppiano (tra cui la mia) rispetto al passato: mia madre è una che, malgrado la carriera, ha accettato quello schema e quel ruolo e ancora oggi allarga le braccia e dice "che vuoi, gli uomini sono fatti cosi". Io invece alzo le mani e e dico "che vuoi, mi sono rotta il caxxo".
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Post: 5.163
Sesso: Femminile
14/04/2024 17:17

"che vuoi, gli uomini sono fatti cosi"

Io devo ringraziare chi mi ha risposto: è fatto così.
Inizialmente ci sono rimasta male, poi ho realizzato che giustamente lui è libero di essere fatto così come io sono libera di essere fatta così 🙂

Silvia non ti ho risposto perché un minimo di iniziativa lo vedo solo recentemente, da quando siamo stati dall' avvocato per la separazione.
Temo di non poterti essere d'aiuto.


-+-+-+-+-+-+-+-
Cadi sette volte, rialzati otto
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Post: 2.061
Età: 51
Sesso: Maschile
14/04/2024 18:52

theTightroper (6uEy221206), 14/04/2024 16:44:

Mio marito si autodefinisce "uno bravo, che aiuta". Il che ti fa capire che quando una persona è convinta di aiutarti, ti sta dicendo in pratica che quel carico è TUO ma lui, che è bravo appunto, ti aiuta.
Questo perché lui è stato molto più figlio di quanto sono stata figlia io. Non so se su questo abbiano influito più questioni di genere (figlio maschio vs figlia femmina) o sociologiche (figlio di casalinga vs figlia di donna in carriera), fatto sta che per quanto nella sua testa lui sia effettivamente convinto di praticare attivamente la parità, rispetto magari a suo padre, che rientrato da lavoro conosceva solo il percorso divano-tavola-divano, ha fatto sua la convinzione che sia la donna a dover tenere le redini di tutto e che il miglior marito tuttalpiù può essere un buon cavallo da corsa, se lo sproni e gli dici in che direzione andare, a che velocità e quando fermarsi.
Però la fatica del vivere sta appunto in quel carico mentale, da cui io non mi sento mai sollevata. Dover istruire qualcuno è di per sé un carico di lavoro aggiuntivo, con un beneficio minimo rispetto a quello che si otterrebbe se quella persona fosse autonoma nell'iniziativa. La parità non la vedo nel chiederti di pulire e tu lo fai, la vedo nel trovare già pulito perché avevi sporcato. La vedo nel non dover costantemente vedere tutto e provvedere o chiederti di provvedere. E su questo secondo me siamo lontani anni luce.
È una delle ragioni per cui tante coppie scoppiano (tra cui la mia) rispetto al passato: mia madre è una che, malgrado la carriera, ha accettato quello schema e quel ruolo e ancora oggi allarga le braccia e dice "che vuoi, gli uomini sono fatti cosi". Io invece alzo le mani e e dico "che vuoi, mi sono rotta il caxxo".

Prendo spunto da questo intervento che è proprio centrato. È vero ciò che scrivi ma è anche vero che se una donna smette di chiedere aiuto e si limita a non fare una cippa, ad un certo punto di sveglia anche il più tonto dei mariti. Una può anche uscire dal lavoro e invece di precipitarsi a casa a preparare la cena, fare un' altra commissione, fare un' ora di straordinario, eccetera. Fai oggi, fai domani, in poco tempo hai ottenuto che tuo marito non dà per scontato che sei tu a doverti preoccupare della cena. Magari le prime volte ti chiamerà per chiederti: "ma non si mangia stasera?" e tu candidamente risponderai "sì scusami ho avuto un contrattempo sul lavoro, ti space preparare, io arrivo intorno alle 20". Dopo 3, 4, 5 volte gli do può dire " chi prima arriva, prima prepara, non so a che ora arrivo". Idem per tutto il resto, se tuo marito non fa mai la lavatrice, tu lavi prevalentemente la tua roba, la sua la lavi ma molto in ritardo, non deve sembrare che gli fai un dispetto. Ad un certo punto inizierà a dire "faccio la la lavatrice perché mi servono quei jeans" e tu candidamente "ah sì scusami sono stata incasinata ultimamente e non ho avuto tempo". Pian piano vedrai che la mente si alleggerirà. Io nemmeno so cosa c'è nel frigo spesso perché non faccio io la spesa e non metto a posto io la roba. Per me la cena era un impegno mentale fastidioso, quando avevo i bambini piccoli mi ricordo che se una riunione di lavoro andava per le lunghe, iniziavo a fremere perché pensavo a ciò che c'era da fare a casa. Ad un certo punto ho mollato. Poi non dico che si debba essere intercambiabili in tutto seva lui è più congeniale preparare da mangiare piuttosto che fare il bucato, va benissimo così. A me piace cucinare ma non mi piace avere il pensiero di doverlo fare ogni giorno.
E comunque bisogna anche imparare ad accontentarsi, di una cena non perfetta, della casa non perfettamente pulita, del bucato non stirato.
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Post: 3.540
Sesso: Femminile
15/04/2024 09:19

Re:
theTightroper (6uEy221206), 14/04/2024 16:44:

Mio marito si autodefinisce "uno bravo, che aiuta". Il che ti fa capire che quando una persona è convinta di aiutarti, ti sta dicendo in pratica che quel carico è TUO ma lui, che è bravo appunto, ti aiuta.
Questo perché lui è stato molto più figlio di quanto sono stata figlia io. Non so se su questo abbiano influito più questioni di genere (figlio maschio vs figlia femmina) o sociologiche (figlio di casalinga vs figlia di donna in carriera), fatto sta che per quanto nella sua testa lui sia effettivamente convinto di praticare attivamente la parità, rispetto magari a suo padre, che rientrato da lavoro conosceva solo il percorso divano-tavola-divano, ha fatto sua la convinzione che sia la donna a dover tenere le redini di tutto e che il miglior marito tuttalpiù può essere un buon cavallo da corsa, se lo sproni e gli dici in che direzione andare, a che velocità e quando fermarsi.
Però la fatica del vivere sta appunto in quel carico mentale, da cui io non mi sento mai sollevata. Dover istruire qualcuno è di per sé un carico di lavoro aggiuntivo, con un beneficio minimo rispetto a quello che si otterrebbe se quella persona fosse autonoma nell'iniziativa. La parità non la vedo nel chiederti di pulire e tu lo fai, la vedo nel trovare già pulito perché avevi sporcato. La vedo nel non dover costantemente vedere tutto e provvedere o chiederti di provvedere. E su questo secondo me siamo lontani anni luce.
È una delle ragioni per cui tante coppie scoppiano (tra cui la mia) rispetto al passato: mia madre è una che, malgrado la carriera, ha accettato quello schema e quel ruolo e ancora oggi allarga le braccia e dice "che vuoi, gli uomini sono fatti cosi". Io invece alzo le mani e e dico "che vuoi, mi sono rotta il caxxo".




guarda hai centrato il punto.
Mi ci ritrovo molto nel tuo discorso e infatti è stato motivo di discussione i primi anni.
"hai bisogno?" sta frase mi urtava i nervi, e certo non lo vedi? ma te lo devo dire io?

Devo dire per essere obiettiva, che è anche vero che io sono abbastanza "maniaca del controllo", quindi l'errore iniziale era dovuto anche da me.
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Post: 250
Età: 44
Sesso: Maschile
16/04/2024 18:25

A casa mia sono disponibile a fare di tutto, tranne stirare dato che non sono capace.
Il mio impegno a casa è variabile e dipende tutto dall'umore della moglie.

Se è nella fase "devo dimostrare di essere una brava mamma" allora faccio il meno possibile che se no prendo su.
Se è nella fase "devo dimostrare di essere una brava lavoratrice" allora faccio le cose necessarie a rendere la casa vivibile, ma non di più perché dopo mi si dice che sono pignolo o maniaco.

Solitamente se mi occupo di qualcosa che non sia esterno alla casa quel qualcosa viene battezzato come "fissa" perciò evito di fare le cose più volte di fila.

La lavastoviglie per esempio, che solitamente tocca a me, mi viene rinfacciata spesso come "fissa" perchè sarei troppo maniacale nel farla.
Che la mia maniacalità sia dovuta al fatto di cercare di farci entrare tutte le 5000 padelle che lei ha sporcato per fare una pasta non è una attenuante :D Ed è quindi periodicamente motivo di lite furibonda e catastrofica.
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Post: 3.117
Sesso: Femminile
17/04/2024 10:23

@Spaturno
Pensa che invece io la “pignoleria” del mio compagno in determinati lavori domestici la vedo come un vantaggio e infatti glieli lascio volentieri svolgere 😂
[Modificato da Danae 17/04/2024 11:14]
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