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Perdono with benefits

Ultimo Aggiornamento: 09/03/2024 02:16
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Post: 242
Sesso: Femminile
unica e inimitabile
07/03/2024 10:18

La rabbia mi ha letteralmente fatto saltare il fosso.
Per l’esattezza quello che costeggia la chiesa del mio matrimonio.
Meretrice! Continua a venirmi in mente questa parola che usava mia nonna.
Meretrice! Mentre continuo a correre sempre più lontano dalle mie nozze.

Sento un clacson.
È Giulia, la testimone della sposa.
“Paolo, ma dove corri? La chiesa è nell'altra direzione.”
Ansimando, le chiedo per favore di portarmi via. Devo calmarmi.
Giulia guida e mi ascolta. Va sempre dritta, mai una svolta. Poi inizia a parlare e mi conferma tutto. Mi spiega nei minimi dettagli, cosa è successo, come è successo e come Amalia ha goduto con la brutta copia di Brad Pitt durante l’addio al nubilato e anche il motivo per cui non se lo ricorda. Mi dice che è innocente, che è stata colpa dell’alcol, che abbiamo ancora un quarto d’ora per essere puntuali alla cerimonia.
Mi dice che la devo perdonare.
Scoppio a piangere: non voglio una libertina come madre dei miei figli.

Giulia mi abbraccia. Siamo fermi in un parcheggio desolato. Lei mi stringe forte e cerca di consolarmi. Giulia che ha sempre avuto un debole per me.
“Guarda Paolo, non vuol dire niente una trombatina così senza volere. Bisogna provare per capire. Se fosse capitato a te, lei ti avrebbe perdonato. Se fosse capitato a te, capiresti che non è un buon motivo per buttare all'aria il tuo matrimonio. Siamo ancora in tempo.”
Già, ma non è capitato a me, è capitato a lei.
Mani estranee sul suo corpo, magari l’ha pure baciato con la lingua: non riesco a pensarci.

Giulia continua a tenermi abbracciato e mi dondola come se fossi un bambino.
Non so quanto è passato, ma il suo profumo si fa strada nelle mie narici. Apro gli occhi e vedo che la gonna è risalita lungo le cosce, sento la morbidezza del suo seno premere contro il mio orecchio.
Prima di cadere con la faccia sul volante, mi allontano di scatto.
Accavallo le gambe per nascondere un’improvvisa e ingombrante erezione, che non passa inosservata.
Mi fissa, le pupille leggermente dilatate, la pelle arrossata.
Mi faccio forza.
“Giulia, ti ringrazio. Riportami in città, per favore. Vorrei restare solo e riflettere.”
Sono bugiardo: vorrei restare qui, dimenticarmi tutto questo disastro e scoprire di che colore sono le sue mutandine. Giulia mi ha sempre fatto sangue, oggi più che mai.

Mi prende il viso fra le mani, la sua bocca morbida sulla mia, la punta della lingua accarezza le mie labbra.
“Paolo, alle volte anche una piccola vendetta può aiutare a perdonare.”
“Dici?” mentre con l’indice aggancio la sua scollatura.
Un istante dopo siamo aggrovigliati dentro la sua Panda.
Così non funziona: ho bisogno di spazio.
Il mio cervello ha un unico pensiero al neon: scoparmi la testimone della sposa come vendetta!
Scendiamo.
Mi sento un animale.
Piego Giulia sul cofano, le alzo la gonna e la penetro con un colpo solo. Pare che non le dispiaccia.
A colpi di reni cerco di scacciare la delusione, la confusione, i sensi di colpa, il telefono che continua a squillare. Non posso e non voglio parlare. Voglio rimanere nella mia bolla primitiva, dove vale la regola del dente per dente, occhio per occhio.

Plin
Le cose scritte valgono di più, sono meno invadenti, più persistenti. I messaggi sono scritti per chi è distante dal telefono, e rimangono lì pazienti ad aspettare di depositare il loro contenuto.
L’eco del plin dei messaggi mi distrae, mi agita, rischia di buttarmi fuori da questi binari di incosciente godimento.
Non resisto, e, come il peggiore dei buzzurri, prendo il telefono senza smettere di muovermi.
“Non fermarti!” mi incita sfiatata.
Certo che non mi fermo, e intanto leggo e pure scopo e mi piace anche.
Deve essere l’onnipotenza della disperazione che mi ha dato alla testa.

Messaggio di Amalia, sfacciata e ignara del collasso dei mondi: “Dove sei? Ti stiamo aspettando da dieci minuti!”

Col cellulare in mano abbasso gli occhi. Sulle natiche di Giulia l’impronta delle mie mani dove si sono aggrappate e io ancora mi muovo dentro di lei.
Che cosa strana: sono arrabbiato e arrapato, ma anche divertito e in pace.
Mi rendo conto che un futuro senza Amalia non me lo immagino.

Scatto una foto. Aggiungo ironicamente: “Se mi perdoni, vengo”.
Invio.
ONLINE
Post: 3.128
Sesso: Femminile
07/03/2024 19:44

Sempre divertente questo, chissà Amalia come ha risposto…
OFFLINE
Post: 5.282
Sesso: Femminile
07/03/2024 20:45

Io me lo ricordo 😁 e conto che Rabe pubblicherà anche la seconda parte.

Anche se la prima, per me, è geniale, soprattutto nella conclusione. Semplice e divertentissima.


-+-+-+-+-+-+-+-
Cadi sette volte, rialzati otto
OFFLINE
Post: 45
Età: 59
Sesso: Maschile
09/03/2024 02:16

Ma che vendetta, servita proprio a caldo, cogliendo l'attimo.
Credo proprio che si siano perdonati. Direi il primo di una lunga serie di perdoni reciproci...
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