Sousuke (cFzD221203), 02/06/2023 19:47:
Se la sta violentando è quasi certo che viene considerato come proporzionale lo sparo e l'uccisione, perchè l'offesa in quel caso alla vittima è grave, fisica e può essere mortale.
Io non lo darei per scontato: bisogna anche dimostrare che non c'erano altri sistemi per proteggere la bambina. Si poteva, per esempio, sparare ad un braccio o ad una gamba, oltre che per aria a scopo intimidatorio..
E, comunque, sgombriamo il campo da ogni dubbio, cambiamo scenario: mettiamo che, dopo averti visto con la pistola in pugno, il maniaco molli la presa e tenti di scappare: sei sicuro di resistere alla tentazione di sparargli lo stesso? Ed in quel caso non ci sono santi, se l'autopsia dimostra che gli hai sparato alle spalle, vai in galera senza se e senza ma.
Ma il punto è che l'aspetto legale interessa fino ad un certo punto, qui stiamo parlando di mostri: ciò che volevo indagare era l'aspetto psicologico (non legale) della vicenda da me ipotizzata: in cui l'omicidio non avverrebbe, o almeno non solo, allo scopo di difendere la bambina, ma anche, se non soprattutto, perché sopraffatti da sentimenti "forti, dalla rabbia e dall'odio nei confronti di un essere tanto abietto.
Ancora più nel caso ipotizzato da LaPeppa, il marito che andrebbe a cercare il maniaco anche DOPO che il fatto è stato commesso, per puro spirito di vendetta (o, se volete, di desiderio di farsi giustizia da sé).
Il tutto per dimostrare il mio assunto: tutti possono diventare assassini, c'è solo bisogno di un buon motivo e di una giornata storta.
In questo caso, anzi, il motivo sarebbe talmente forte che, forse, non sarebbe necessaria neanche una giornata particolarmente storta.
E, ripeto, ho presentato un caso eclatante, ma tanti ce ne potrebbero essere di meno evidenti: lì, la "giornata storta" (AKA il contesto psicologico del momento) potrebbe avere un ruolo predominante.