@TheGlitch
TheGlitch, 2/7/2023:
Per tornare invece IT
a vent'anni vivevo gli amori con struggente disperazione, era tutto un devastarsi se le cose andavano male, ma era anche una scarica di adrenalina, ossitocina, pimpirimpina o tutti quegli ormoni che terminano con "ina". Quindi uno sconvolgimento totale. Ero anche molto romantico.
Oggi come oggi è difficile mi accada e tutte le storie finite male hanno lasciato un segno molto profondo, cambiandomi. Risulta molto difficile che una persona possa farsi spazio tra le mie cicatrici, per quanto io trovi adorabili alcune persone, che tendenzialmente mi piacciono pure, ma io non riesco a vivere come vorrei un rapporto.
Il che è un bene, perché sono una persona molto complicata e la mia vita è anche peggio. Non mi consiglierei a nessuna. Però indubbiamente esiste chi può smuovere qualcosa in me.
A parte questo, ipotizzando che esista una realtà simile, oggi sono abbastanza maturo per desiderare una relazione solida, folle, fuori dagli schemi, mentale oltre che fisica e saprei impegnarmi con dedizione ad una famiglia.
Cosa che a quasi 46 anni eviterò molto volentieri di creare. 🤣
Che poi io so stare benissimo da solo, deve proprio valerne la pena per farmi smuovere.
Parto dal tuo post per fare una riflessione più generale, essendo "tornata sul mercato" da poco (mi diverto sempre a dirlo 😂) e quindi potenzialmente più coinvolta dalla prospettiva dell'innamoramento.
Dici di esercitare un controllo razionale sulla tua capacità o meno di innamorarti ma secondo me non è realmente così: se succede, è solo il segnale che non hai incontrato quella giusta, perchè altrimenti qualcosa ti si scuoterebbe dentro, che tu lo voglia razionalmente oppure no.
Dice Cortazar:
"Quel che molta gente definisce amare consiste nello scegliere una donna e sposarla. La scelgono, te lo giuro, li ho visti. Come se si potesse scegliere in amore, come se non fosse un fulmine che ti spezza le ossa e ti lascia lungo disteso in mezzo al cortile. Tu dirai che la scelgono perché-la-amano, io invece credo che avvenga tutto all'aicsevor. Beatrice non la si sceglie, Giulietta non la si sceglie. Tu non scegli la pioggia che t'inzupperà le ossa all'uscita di un concerto."
Secondo me questo processo resta uguale e identico a prescindere dalle cicatrici lasciate dalle delusioni del passato: siamo tutti vulnerabili all'amore, a qualsiasi età. Quello che sostanzialmente cambia è il modo di gestire le emozioni che l'innamoramento suscita, sulle quali effettivamente si impara ad esercitare un controllo più razionale, soprattutto in termini di aspettative.
Almeno per quanto riguarda me è così: posto che anch'io ho vissuto i miei 20 anni come hai descritto, adesso mi innamoro con la stessa intensità di prima, con la differenza che a 42 so già che di delusioni sentimentali non si muore e accetto consapevolmente il rischio di una sofferenza passeggera.
Le relazioni passate, oltre alle cicatrici, lasciano la consapevolezza dei propri bisogni e di quali di questi sono negoziabili o meno. Si riesce a intuire più velocemente se una relazione ha il potenziale per funzionare, in base a quanto si è disposti ad uscire dalla propria zona di comfort e quanto è disposto a fare l'altro. Da questo punto di vista, per mia natura potrei farlo senza limiti e ho imparato a calibrarmi proprio in relazione alla disponibilità dell'altro a fare lo stesso, perchè un eventuale disequilibrio tra le parti si paga amaramente, soprattutto per chi è disposto a dare di più.
In definitiva, la grande differenza tra innamorarsi a 20 o 40 anni per me sta nella capacità acquisita di lasciar andare, non insistere, non inseguire, non svenarsi.
A 20 lo fai, perché cerchi l'amore-per-sempre, vuoi gettare le basi per un progetto, una costruzione, una famiglia, a 40 no: se già provieni dalle ceneri di quel progetto o dal disincanto, le relazioni che inizi sono indirizzate solo al desiderio di un benessere profondo da condividere con qualcuno per il pezzo di vita che ci resta e quindi, per aspettative ed esperienza, sono meno improntate alla logica del sacrificio eroico e dell'accanimento romantico.