Io non ho più né energia, né voglia di cedere il mio "tempo macchina" al passato e alle persone che mi hanno creato problemi. Sono molto focalizzato sul presente e sulla risoluzione delle questioni sospese "attuali" o i problemi che si generano man mano.
Allo stesso modo cerco di non dare troppa vita a pensieri connessi ai danni che ho fatto io, anche se a volte è inevitabile. Dove non posso risolvere in alcun modo, posso solo lasciarmi attraversare pazientemente, finché tutto non diventa più gestibile... almeno un po'... un po' di silenzio nel caos, diciamo.
Comunque è normale che i pensieri prima o poi tornino, è come quando non vuoi vedere quel toast che non hai mangiato e riposto in frigo, ci metti davanti, frutta e verdura, lo spingi in fondo, gli cambi ripiano... ma quello un giorno si alzerà in piedi e aprirà il frigo da solo, perché la muffa avrà preso vita, ti rincorrerà per casa guidato dalla muffa stessa ed attenterà le tue narici, conficcandosi prepotentemente nel cervello, contaminandolo, perché nulla smette di esistere. Finché non ti decidi a buttare il toast prima che accada.
Non servirà a nulla congelarlo naturalmente e se ci pensi, come accade nella vita "reale", perché non dovresti voler buttare una cosa che non vuoi mangiare, consapevole che sarà ammuffita nel giro di poco? Vale anche per il passato, che te ne fai se sai benissimo che ti farà del male? Puoi riciclarlo, darlo ai piccioni, lanciarlo ai passanti dal terrazzo!
C'è un'ampia scelta di opzioni per metabolizzare ciò che è stato.
La muffa fa schifo comunque, anche se è affascinante.
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"Dove c'è la tua paura, lì c'è il tuo compito." - (Carl G. Jung)