A Norge e Rakosi vorrei far notare che la mia è una storia di 10 anni fa: malgrado la mia tarda età, a livello relazional-lavorativo-economico siamo coetanei.
Questo proprio perché certezze e pianificazioni a grandi linee poi si trovano a scontrarsi o meglio a scoprire la realtà.
Non mi sono sposata tardi e avuto figli tardi perché l' ho pianificato, semplicemente la vita è andata così.
Ho una laurea ed anche quando lavoravo nel mio campo prendevo due dita negli occhi, se non ultimamente quando però sono poi stata lasciata a casa dopo 20 giorni che avevo scoperto di essere incinta.
Mio marito era ed è precario, tra l'altro anche lui piuttosto attempato.
Purtroppo la cosa vera è che la vostra generazione è infarcita di molte più paure. Ed anche di tante balle.
Chi vi dice che prima si stava meglio, sta raccontando una mezza storia. E lo racconta solo perché quel periodo è passato.
Ancora oggi chi mette su famiglia non lo fa perché certo: né del lavoro, né del fatto che la relazione sarà per sempre. Lo fa perché lo desidera ed è pronto o spera di riuscire a fronteggiare anche ciò che non si può prevedere. Nella mia realtà che vedo e vivo sono tante le coppie precarie, economicamente.
I figli sono un' incognita enorme ed un investimento emotivo spaventoso.
Già quando scopri di averlo nella pancia, ti preoccupi: sarà sano? Oddio, perché non lo sento più muoversi? Andrà bene il parto? Riuscirò a crescerlo? E le malattie? E se dovessi venire a mancare io?
Quanto al fatto del patriarcato, sinceramente non capisco il collegamento.
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Cadi sette volte, rialzati otto