Sono sempre consapevole in ogni fase, ho un forte legame con la terra anche quando volo via, come un aquilone con la terra sotto ai piedi dell'acquilonista. Quando sono giù so che potrei scendere ancora, ma non sono mai particolarmente "su" e non penso mai che potrei salire ancora un po'. Non credo nel "su". Se arriva bene, fuochi d'artificio e brindisi con acqua aromatizzata e panettone fantasma del Natale passato, se non arriva non è nulla di nuovo.
Ho la consapevolezza di vivere poco, ma se mi guardo indietro, vedo che ho vissuto quello che potevo in ogni determinato momento. Vorrei aver fatto di più, più esperienze, ma mi auguro di avere ancora un po' di tempo, non per recuperare, ma per creare nuovi tasselli, per riceverli. Dopotutto uno è pronto quando è pronto, né prima, né dopo.
Posso solo immaginare di essere stato troppo istintivo e impulsivo molte volte, ma mi hanno fatto così, di terra e di fuoco (e di aria, acqua ed etere). Non rivaluto le situazioni che ho vissuto, ciò che ha fatto schifo lo fa ancora, ciò che è stato bello lo conservo così. Non ho trovato nessun alba dentro l'imbrunire. Erano entrambe, contemporaneamente presenti, sempre.
Per il resto sono un ramo o una radice, dell'albero di Masquerade, e non si sfugge dalla propria natura. Prima o dopo ti convoca, puoi solo essere pront*, oppure no, tanto a lei non cambia niente.
;-)
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"Dove c'è la tua paura, lì c'è il tuo compito." - (Carl G. Jung)