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Occidente e Patriarcato

Ultimo Aggiornamento: 02/12/2023 11:47
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29/11/2023 07:10

Credo sia indiscutibile che l'Occidente sia l'unica parte del mondo dove il patriarcato sia decisamente in crisi, se non proprio totalmente sconfitto: vedasi gli USA del me-too, dove le donne hanno ormai conquistato quasi definitivamente la parità (basti pensare che una donna è vice-POTUS), dove gli attori di Hollywood hanno ottenuto che sui set dei film ci sia sempre un "responsabile dell'affettività", addetto a sorvegliare che nelle scene di sesso non venga messa a rischio la dignità della donna, o dove se un politico viene scoperto a sfiorare "in modo non appropriato" una donna, è meglio che cambi subito mestiere (a meno che non si chiami Trump).
Uno si aspetterebbe, pertanto, che chi propugna la fine del patriarcato e l' uguaglianza di genere, sia erga a difesa dell'unico scampolo di civiltà (pur tra mille difetti) esistente al mondo, visto che altrove le donne, invece, sono ancora sottomesse ai maschi come da noi nel Medioevo...
Eppure, curiosamente, allorché, per un qualunque motivo, insorga un contrasto tra l'Occidente ed il resto del mondo, gli stessi che si battono con maggior vigore contro maschilismo e patriarcato, sono anche quelli che sistematicamente lottano anche contro l'Occidente: per cui tra noi e la Russia (dove sarebbe inconcepibile l'ipotesi che una donna arrivi a ricoprire non dico il posto di capo del governo, ma anche solo di responsabilità di un qualunque tipo) o tra un Paese occidentale come Israele, dove la parità di genere è acquisita da decenni, ed una società musulmana misogina, profondamente intrisa di patriarcato come la Palestina, si schierano sistematicamente CONTRO la parte filo-occidentale o, comunque, appoggiata dall'Occidente.
Perché un tale cortocircuito logico?
Non lo so, sono un medico, non uno psicologo e men che meno uno psichiatra, le uniche figure professionali che sarebbero deputate a svelare l'arcano, io mi limito ad evidenziare la palese contraddizione.
[Modificato da Stefano 29/11/2023 07:11]
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29/11/2023 09:00

amico, nemmeno leggo tutto perché non ne vale la pena.
ti spiego, ci sono delle persone che credono nell'uguaglianza, nei diritti, e nella giustizia. sempre, sono i loro valori che li guidano nella vita.
e poi ci sono i codardi che si schierano dalla parte dei potenti e fanno i lecchini, sperando di averne qualche vantaggio materiale
[Modificato da Nemes87 29/11/2023 09:01]

ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna.
uguale è la canzone che abbiamo da cantare: scarpe rotte eppur bisogna andare.
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29/11/2023 09:27

Anche i concetti di uguaglianza cambiano nel tempo e infatti si è passati dall'auspicare all' uguaglianza di trattamento per tutti all'auspicare di pari opportunità per tutti. Salvo che in certi contesti si oppongono i due concetti dando inizio ad uno dei cortocircuiti tipici occidentali. Ma ce ne sono tanti che gli antropologi stanno appunto studiando.
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29/11/2023 09:40

Stefano ora non riesco.
Poi provo ad esporti il mio pensiero.
Ciao


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29/11/2023 10:24

Stefano, se permetti, lo psichiatra e lo psicologo li lasciamo a casa loro, e convochiamo uno storico, un antropologo e un sociologo e li obblighiamo ad un brain storming.
Ho con grande soddisfazione letto che gli unici paesi europei in cui non si fa educazione sessuale a scuola sono l'Italia, la Polonia, la Bulgaria, l'Ungheria, la Romania e la Lituania. In tutti gli altri é obbligatoria, persino in Irlanda, Portogallo e Grecia (mi piacerebbe tanto sapere cosa insegnano ;-). Il giornalista italiano, stupito, scriveva che alcuni prof parlano persino di affettività e educazione alle relazioni. ma pensa un po'! Inizierò' anch'io a scrivere un Diario dello Stupore...
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29/11/2023 11:14

Re:
Stefano (tbct230131), 29/11/2023 07:10:

Non lo so, sono un medico, non uno psicologo e men che meno uno psichiatra, le uniche figure professionali che sarebbero deputate a svelare l'arcano, io mi limito ad evidenziare la palese contraddizione.



Credo che l'arcano possa essere svelato da un filosofo. Però codesto filosofo dovrebbe essere uno di quei filosofi veri la cui unica occupazione è il non far niente per potersi dedicare all'osservazione di ciò che è celato nell'arcano stesso.

Stefano, con te voglio essere diretto: a volte cadi dal pero!
La contraddizione è uno dei condizionamenti collegati alla colpa. Se non ci genuflettessimo al condizionamento della colpa non saremmo prostrati al cospetto della contraddizione. Questo significherebbe che l'educazione occidentale sarebbe libera dai condizionamenti dei valori assoluti e considererebbe solo ciò che in natura fa funzionare la realtà.
Quindi al netto degli ideali e dei valori assoluti cos'è che ci fa scegliere una parte o l'altra?
Ovviamente il bene. Una parte fa il bene di se stessa e l'altra? Pure l'altra. Ma così non è. Per misure differenti entrambe fanno il proprio e l'altrui male. Però, considerando gli ideali come relativi e non assoluti ... una parte potrebbe avere dei meriti che l'altra non ha.
Tempo fa nello scontro tra palestinesi e israeliti ho scritto che dei due, in una convivenza pacifica chi ne trarrebbe guadagno sarebbero i palestinesi. Eppure lottano per la "propria" arida terra e muoiono per la propria libertà d'essere poveri. Dai video che dei divulgatori capaci pubblicano su youtube risulta che i palestinesi negli anni 50 vendevano i loro campi perché erano vittime della siccità su terreni niente fertili. Perché promuovere una guerra per un terreno che non assicura la sussistenza invece di collaborare con un "invasore" sì ma capace di portare tecnologia e produttività?
Se io fossi un palestinese preferirei collaborare con un israelita che ha le conoscenze per rendere fertile una terra arida piuttosto che tenermi la fame: è evidente come gli israeliti abbiano la tecnologia per rendere qualitativamente accettabile la vita in quei territori.
Eppure i palestinesi preferiscono uccidere e morire piuttosto di imparare.
Il mio è un discorso senza ideali perché gli ideali comunque hanno bisogno di posizioni granitiche che sono di fatto "violente" anche se "solo" verbalmente.
Nel conflitto tra israeliani e palestinesi non vedo occidente contro musulmani, vedo un popolo condizionato dalla religione che lo condanna a morire di fame per abbracciare il martirio invece che abbracciare chi porta loro la conoscenza e la tecnologia. Gli israeliti sfruttano i palestinesi? Ovvio, all'inizio sì ma l'integrazione porta alla stabilità del miscuglio.
Certo, alla fine l'integrazione porterebbe a qualcosa più simile ad un popolo evoluto ... quindi laico piuttosto che a eterni scontri di religione. Integrazione o convenienza o bene.
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29/11/2023 12:12

@Stefano
Stefano, 29/11/2023:


Perché un tale cortocircuito logico?
Non lo so, sono un medico, non uno psicologo e men che meno uno psichiatra, le uniche figure professionali che sarebbero deputate a svelare l'arcano, io mi limito ad evidenziare la palese contraddizione.


Appunto, non lo sai, dovresti informarti un po’ meglio e non limitarti agli slogan da prima pagina o social vari.

Hai anche implicitamente offeso tutti quei movimenti femministi che da anni sono presenti nei paesi non occidentali, anche in quelli musulmani, si.
C’è sia un femminismo islamico, legato ai concetti originali del Corano, che sono molto più egualitari di quanto si possa pensare, ma anche alle influenze occidentali (a partire dal 1800 soprattutto con la colonizzazione).

Fai il paragone con “il medioevo” completamente ignaro che le donne nei paesi islamici in epoca medioevale godevano di molti più diritti delle nostre, diritti che in occidente verranno poi guadagnati secoli dopo.

Infine se si vuole difendere la causa palestinese, non c’è nessun controsenso nel farlo da un punto di vista femminile (e non parlo di comunità LGBT, in quel caso sono assurdità, un po’ come i tuoi commenti) in quanto l’attuale situazione di quel popolo accentua il problema di disparità della donna.
Lo stato di Israele in primis fa distinzione tra uomini e donne palestinesi nei territori occupati, relegandole ad un ruolo di sottomissione, che è ovviamente presente all’interno della società palestinese.
Un esempio, la concessione di permessi per poter lavorare fuori dai territori palestinesi viene fatta quasi esclusivamente agli uomini, alle donne al massimo per motivi di salute e/o accompagnare qualche familiare, sempre per questioni sanitarie.
E poi basta vedere il numero di donne e uomini arrestati e detenuti dall’esercito israeliano, per rendersi conto che le palestinesi non sono solo l’ombra dei loro uomini.

Che ci sia parità di diritti e non esista il patriarcato?
Ovviamente no, ma nemmeno dire cazzate e sperare che tutti ci abbocchino perché si fa finta di saper qualcosa.

E comunque, è più probabile che io sia la fatina dei denti piuttosto che te un medico, la finiamo con questa farsa?
E potrei anche esserlo, la fatina intendo 😉

[Modificato da Danae 29/11/2023 12:13]
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29/11/2023 12:38

Re:
Danae (ayfb221203), 11/29/2023 12:12 PM:

Infine se si vuole difendere la causa palestinese, non c’è nessun controsenso nel farlo da un punto di vista femminile (e non parlo di comunità LGBT, in quel caso sono assurdità, un po’ come i tuoi commenti) in quanto l’attuale situazione di quel popolo accentua il problema di disparità della donna.
Lo stato di Israele in primis fa distinzione tra uomini e donne palestinesi nei territori occupati, relegandole ad un ruolo di sottomissione, che è ovviamente presente all’interno della società palestinese.
Un esempio, la concessione di permessi per poter lavorare fuori dai territori palestinesi viene fatta quasi esclusivamente agli uomini, alle donne al massimo per motivi di salute e/o accompagnare qualche familiare, sempre per questioni sanitarie.
E poi basta vedere il numero di donne e uomini arrestati e detenuti dall’esercito israeliano, per rendersi conto che le palestinesi non sono solo l’ombra dei loro uomini.


Israele fa distinzione anche tra donne ebree e donne ebree ultra ortodosse, se è per questo. In particolare chiude entrambi gli occhi alle palesi violazioni della libertà individuale inflitte alle seconde dai mariti. Un esempio a caso: nelle famiglie ultra ortodosse la donna viene spesso picchiata dal marito ed è obbligata a stare fuori casa 1 settimana in una stanza separata durante il ciclo, anche in precarie condizioni di salute. Su questo Israele fa finta di intervenire, ma di fatto non fa nulla, perché gli ebrei ultra-ortodossi portano voti e fanno comodo nella lotta contro i palestinesi.



E comunque, è più probabile che io sia la fatina dei denti piuttosto che te un medico, la finiamo con questa farsa?
E potrei anche esserlo, la fatina intendo 😉


Eh me lo potevi dire un po' di tempo fa che ho tolto due denti. Che mi avresti portato se li avrei messi sotto al cuscino?
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29/11/2023 12:57

@Stormrider
Stormrider, 29/11/2023:


Eh me lo potevi dire un po' di tempo fa che ho tolto due denti. Che mi avresti portato se li avrei messi sotto al cuscino?


Se non sono dentini da latte, niente, arriva mia sorella che è sempre incazzata.
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29/11/2023 13:02

Re: Re:
Stormrider (cQTm221203), 11/29/2023 12:38 PM:


Eh me lo potevi dire un po' di tempo fa che ho tolto due denti. Che mi avresti portato se li avrei messi sotto al cuscino?





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29/11/2023 13:24

Re:
Danae (ayfb221203), 11/29/2023 12:57 PM:

@Stormrider

Se non sono dentini da latte, niente, arriva mia sorella che è sempre incazzata.


Ma chi è...altro che fatina...
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29/11/2023 14:48

@Stormrider
L’idea è che le fatine o spiritelli, che dir si voglia, essendo così piccole, probabilmente sono capaci di un solo sentimento alla volta.
Ce lo insegna Peter Pan 😂

Comunque è vero, avevi sbagliato a coniugare un verbo prima 😬
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29/11/2023 15:04

Re:
Danae (ayfb221203), 11/29/2023 2:48 PM:

@Stormrider
L’idea è che le fatine o spiritelli, che dir si voglia, essendo così piccole, probabilmente sono capaci di un solo sentimento alla volta.
Ce lo insegna Peter Pan 😂


Uhm...non l'ho capita...



Comunque è vero, avevi sbagliato a coniugare un verbo prima 😬


Eh ogni tanto capita anche ai migliori.
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29/11/2023 16:04

Stefano ciao.

Il mio non è chissà quale pensierone.

Concordo, è una sorta di cortocircuito.
Ha forse a che fare col tempo.
Idealmente stare dalla parte dell' oppresso e non dell' oppressore è corretto.
Calato nel contesto reale necessita di una riflessione. Perché gli oppressi non sempre sono i buoni della storia.

Gli ideali ed una società migliore sono qualcosa da perseguire oggi per il futuro.
Come si è fatto in passato, d'altronde. Ma non si fa in un giorno.

In Occidente ci sono problemi di patriarcato? Sì, vero e sono da gestire e risolvere. Però col cavolo che farei a cambio con uno stato islamico. Perché i concetti originali del Corano saranno anche più ugualitari ma la condizione reale no. E ad un certo punto chissenefrega dei concetti originali, o no?
Gli ideali sono buoni tutti a quanto pare, ma la loro espressione nella vita reale conta un po' di più (anche i concetti cristiani sono molto validi a volerli conoscere, nda).

La domanda di Alessio dovrebbe interrogare gli animi: se stanno dalla parte della popolazione, perché non portare anche una bandiera israeliana?
Altra domanda andata deserta, mi sembra, almeno da parte di chi manifesta a favore di Iran e Palestina: con tutti i soldi del mondo arabo, perché non si aiutano quelle popolazioni anche con l' istruzione, insieme ai servizi base?

Stefano a proposito di Trump: pessimo sotto certi aspetti, sa parlare la lingua dei prepotenti che possono essere tenuti buoni solo se capiscono di avere a che fare con uno più grosso di loro. Magari in futuro non sarà necessario.


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29/11/2023 16:39

I movimenti femministi hanno successo nelle democrazie laiche e nei paesi con monarchie o dittature sempre laiche ma in misura minore. Ricordo lo scià di persia ad es.
Nel nostro piccolo abbiamo una vista privilegiata sul vaticano, monarchia religiosa. Poi guardando paesi come l'iran si capisce bene come mai non hanno successo i movimenti femministi nonostante "i concetti originali del Corano, che sono molto più egualitari di quanto si possa pensare".

"Le Condizioni della Donna in Iran Prima e Dopo il 1979
di Federico Sesia 5 Settembre 2017

L’anno 1979 in Iran è noto per gli sconvolgimenti che portarono alla caduta della monarchia, all’esilio dell’allora scià di Persia Mohamed Reza Pahlavi e all’instaurazione della Repubblica islamica guidata dall’ayatollah Ruhollah Khomeini. All’epoca l’attenzione venne focalizzata dalla crisi degli ostaggi di Teheran e dal violento antiamericanismo e antisionismo professato dal nuovo governo, e non vennero presi troppo in considerazione i cambiamenti che avvennero nella società iraniana col passaggio da un regime all’altro. Al di là del mutamento degli assetti geopolitici del Medio Oriente e la crescita dell’islamismo di cui il trionfo della Rivoluzione islamica fu foriero, anche la vita dei singoli cittadini mutò con l’imporsi del nuovo governo.

La Persia dello scià aveva vissuto nei vent’anni prima della scoppio della rivoluzione una serie di cambiamenti epocali: nel 1962 Reza Pahlavi dette il via ad un vasto programma riformista noto come Rivoluzione bianca mirante alla modernizzazione del paese. Tale programma prevedeva, tra le altre cose, l’eversione della feudalità, la ridistribuzione delle terre, la nazionalizzazione delle foreste, la privatizzazione di alcune imprese governative, la creazione di un sistema di istruzione universale, gratuito e obbligatorio, l’istituzione di un sistema sanitario che coprisse tutta la popolazione, e l’estensione del diritto di voto alle donne e la possibilità che venissero elette in parlamento. Un simile pacchetto di riforme andò inevitabilmente ad intaccare i privilegi della nobiltà iraniana, colpita dall’eversione della feudalità, e del clero islamico sciita, gli ulema, che vedevano nella modernizzazione e nell’occidentalizzazione del paese una minaccia verso la religione islamica. Per quanto concerne la condizione delle donne, il nuovo diritto di famiglia (la legge di protezione della famiglia) promulgato nel 1967 e ampliato nel 1975 limitò fortemente la poligamia e difese l’istituto giuridico del divorzio imponendo ai mariti di attenersi alle procedure giuridiche dello Stato e vietando la possibilità che la sharia garantiva agli uomini di ripudiare la moglie semplicemente dicendole tre volte “io ti ripudio”. L’età minima per il matrimonio da 15 anni venne alzata a 18 anni nel 1975. In questo campo le politiche seguite dallo scià furono la naturale prosecuzione del solco tracciato dal suo predecessore Reza Shah, che già nel 1936 aveva messo fuorilegge il velo e aperto le università alle donne.

La politica fortemente repressiva dello scià di Persia, che agiva con estrema brutalità contro ogni opposizione per mezzo della Savak, la terribile polizia segreta, l’appoggio garantitogli dagli Stati Uniti e da Israele, la crisi economica e l’occidentalizzazione dei costumi in un contesto ancora fortemente ancorato all’Islam sciita provocarono sul finire degli anni ’70 un vasto movimento di protesta composto sia dalla sinistra iraniana che dai fondamentalisti religiosi, movimento che inizialmente Reza Pahlavi credette di poter fermare con la semplice repressione. Ben presto però si rese conto della fallacia delle sue previsioni, e nell’estremo tentativo di salvare la monarchia decise di consentire il rientro in patria del chierico ribelle Ruhollah Khomeini, il cui ritorno fece sì che la componente islamista prevalesse sulle sinistre in quella che si accingeva a diventare la Rivoluzione islamica. Nel febbraio del 1979 la situazione si fece incontrollabile e Reza Pahlavi si rifugiò con la sua famiglia negli Stati Uniti, dove sarebbe morto di cancro qualche anno dopo. Era l’inizio della Repubblica Islamica dell’Iran.

Nonostante la massiccia partecipazione femminile alla Rivoluzione e il fatto che le donne potessero continuare a frequentare l’università, con il ritorno della sharia i loro diritti vennero mutilati in diversi ambiti. Innanzitutto, Khomeini abolì la legge di protezione della famiglia del 1967, l’età legale per il matrimonio venne abbassata a 9 anni e per le donne sposate ci fu il divieto di seguire una regolare istruzione, nelle spiagge e nelle attività sportive ci fu una segregazione per sesso, l’hijab venne imposto per legge sul posto di lavoro, il ruolo di giudice venne precluso alle donne. L’adulterio dopo il 1979 divenne un crimine punibile con la lapidazione, esattamente come avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio, mentre la poligamia venne ripristinata. Ancora oggi, nonostante alcune migliorie in singoli ambiti, la condizione della donna in Iran è contraddistinta dalla sistematica violazione dei suoi diritti."

In Iran, al tempo dello scià, le donne potevano mostrare addirittura le gambe nude ...
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29/11/2023 17:01

@Peppa
Nuovamente, invito tutti quanti ad informarsi prima di parlare e dire strafalcioni.
Hamas ha ricevuto il voto dalla popolazione proprio perché è andato ad investire in infrastrutture, tra cui scuole, là dove l’altra parte politica era mancante.
Così come le tante organizzazioni non governative che operano in Palestina, tra i principali obbiettivi c’è sempre la scolarizzazione.

E ancora, se la situazione adesso è giunta ad una tregua, pur momentanea, è anche grazie alla mediazione di Egitto e Qatar, oltre che degli Stati Uniti.
Si potrebbero elencare le motivazioni e gli interessi che ognuno di questi stati ha per impegnarsi in tali trattati, che come in ogni conflitto, sono di natura economica.
Ma alla fine il terrorismo di Hamas esiste anche in risposta alla politica di Israele, ma che le bombe non portassero la pace, si era capito…

E di nuovo, benché non abbiano avuto grande visibilità, anche nei paesi musulmani ci sono state manifestazioni per il cessate il fuoco, così come in Occidente anche molte comunità ebraiche hanno parlato per opporsi alle decisioni del governo israeliano.
Perché non marciare tutti insieme per la pace? Perché quando si arriva a queste situazioni ormai la moderazione è persa, c’è posto solo per una contrapposizione di ideologie, probabilmente (per quanto ho visto) favorita dalla narrazione dei media e della politica.
Ma è come per il femminicidio ormai, una polarizzazione delle idee che difficilmente si possono incontrare per un confronto costruttivo.

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29/11/2023 17:38

Danae col cavolo polarizzazione delle idee.

Tu vorresti vivere in uno stato musulmano reale, non ideale? Cioè scegline uno oggi, non sui libri di storia o come dovrebbe essere idealmente.
Io no.

Non nego i movimenti femministi né quant'altro hai scritto, continuo a chiedere perché con tutti i soldi del mondo arabo, gli arabi non aiutino gli arabi.
Hamas regolarmente eletto ok, mi tengo il dubbio che sia solo per le scuole. Poi comunque poche righe dopo accosti Hamas al terrorismo, giustificato a quanto pare.
Eh sì, perché umanamente hai voglia a fare il bravo e sperare nell' altrui bontà ed in effetti gli ebrei questa è una lezione che hanno imparato duramente.

Il confronto costruttivo si può fare quando si è vivi e ci si può esprimere.
Tutte azioni scontate o quasi per noi, qui.

Continuo e continuerò a sostenere che la prepotenza e la violenza siano sbagliate sempre e comunque. Ma cazzo mettermi a fare il tifo per chi non ci penserebbe un secondo invece ad applicarle, no.

Dobbiamo anche decidere se sia giusto intervenire in quei paesi che riteniamo dittature oppure no.
Perché è sempre un sì però.

E comunque direi che non sarebbe male concentrarsi su quanto si può fare a casa propria: non sono per il mal comune mezzo gaudio.
Se già qui si fa la nostra parte, ne giovano tutti.

Un muro è sempre e solo una costrizione? O è anche una protezione?


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29/11/2023 17:56

Di paesi islamici moderati ce ne sono tanti eh...Marocco, Tunisia, Algeria, sono i primi che mi vengono in mente. Ma anche tra gli integralisti, ci sono delle mosche bianche: Emirati Arabi Uniti, dove si può trovare carne di maiale e comprare alcolici al supermercato. Dove lo stupro e la violenza sulle donne è punita con la morte, senza nemmeno il processo. Dove se importuni una donna per strada vai in galera e vieni preso a bastonate, senza tanti complimenti. Poi ovviamente vivere li significa rispettare le loro leggi e le loro usanze.

Il problema è che dopo l'11 settembre 2001 e la guerra dell'occidente al mondo arabo, anche i moderati sono diventati molto meno moderati, perché la loro risposta all'attacco occidentale è stata quella di estremizzarsi.
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29/11/2023 18:04

Stormrider per le donne, e non solo, negli Emirati Arabi a me sembra che la gabbia sia dorata ma pur sempre gabbia.
Qui da poraccia mi sembra di avere più diritti e possibilità, ma magari sbaglio. Una gabbia più grande? Boh, chi può dirlo?

@nemes
Forse te l'ho già chiesto: com' è in Germania da questo punto di vista?


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29/11/2023 18:09

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 11/29/2023 6:04 PM:

Stormrider per le donne, e non solo, negli Emirati Arabi a me sembra che la gabbia sia dorata ma pur sempre gabbia.
Qui da poraccia mi sembra di avere più diritti e possibilità, ma magari sbaglio. Una gabbia più grande? Boh, chi può dirlo?


Non dico che è il paradiso. Dico che comunque bisogna anche rispettare paesi con usanze diverse che a noi sembrano barbare.

Senza andare sull'Islam, il Giappone era così fino al 1945 eh...era IMPENSABILE in Giappone vedere un uomo e una donna baciarsi in pubblico. Era impensabile un matrimonio non concordato dai genitori. Era impensabile una moglie non vergine. L'occidentalizzazione forzata a suon di bombe atomiche, bombe e militari da un lato ha creato un boom economico senza precedenti, portando la famosa "libertà" e il liberismo, dall'altro ha creato uno shock culturale fortissimo, di cui ancora oggi se ne vedono gli effetti, sotto forma della crisi delle nascite. In meno di 100 anni il Giappone sparirà completamente, perché non esisteranno più i giapponesi.
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29/11/2023 18:16

Stormrider 😅 direi che il "pericolo" Paradiso non lo corriamo.

Che dire? Infatti non è semplice la questione.
Imporre non è possibile e fatico anche ad accettare che per rispetto si debba stare a guardare certe situazioni.
Corea del Nord è un altro esempio.


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29/11/2023 18:21

Re:
LaPeppa (V7fd221203), 11/29/2023 6:16 PM:


Corea del Nord è un altro esempio.


No, attenzione a commettere questo errore. La Corea del Nord è un caso totalmente diverso. I coreani che vivono in Corea del Nord scappano rischiando la loro vita, quella dei loro famigliari e dei loro futuri famigliari per 3 generazioni. Perché vivere in Corea del Nord è un inferno. La gente vuole scappare da quel paese, non ce la fa più. Ma è un problema che deve risolvere la Corea del Sud, è il loro paese. Al massimo col supporto della Cina e del Giappone. Se per ora è rimasto lo status quo, è perché nessuno vuole prendersi milioni di profughi.

Non troverai mai un arabo che vuole scappare dagli Emirati Arabi. A meno che non sia un pezzo grosso per motivi politici, una ragazzina a cui delle "attiviste" occidentali (con l'appoggio dei servizi segreti) hanno fatto il lavaggio del cervello per poterla usare come aggancio politico per ricattare qualcuno, o casi estremi simili.

L'arabo, o l'araba, quadratico medio non vivrebbe in nessun altro posto al mondo, potendo scegliere rispetto a Dubai, per dire...il coreano medio non vede l'ora di scappare dalla Corea del Nord.
[Modificato da Stormrider 29/11/2023 18:22]
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29/11/2023 18:22

La Peppa, n'è che devi mettere i diti in tutte le piaghe se no non se ne viene fuori. Guardando la realtà, solo in occidente è possibile dialogare e portare avanti il cambiamento. Che ci sia un residuo anche importante di patriarcato non significa che non c'è un'evoluzione nel confronto di genere. Significa solo che gli individui si evolvono a diverse velocità.

Il problema che vedo è la disparità di numeri. Facendo due conti tra paesi "democratici" e dittature politiche e religiose ... il mondo reale è un disastro!
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29/11/2023 19:09

non ho letto tutto, ma da che punto di vista? è pieno di razzisti anche in Germania 😂 e di musulmani che lo subiscono, facendo tanquillamente la loro vita come tutti gli altri, senza aver mai pensato al terrorismo come una buona cosa.

non andrei a vivere in un paese musulmano, come non andrei in Ucraina ora come ora, questo implica che gli ucraini abbiano attaccato per primi suppongo😂 (guarda che lo so che non ci sono buoni da nessuna parte; e quindi? ciò giustifica le tremende ingiustizie? non credo prorio)

comunque sì, è abbastanza vergognoso come siate del tutto all'oscuro della politica di Israele nei confronti dei palestinesi, ma non da ora, da anni e anni e anni, non posso pensare che li giustifichiate addirittura, spero sia solo abissale ignoranza 🤔
[Modificato da Nemes87 29/11/2023 19:09]

ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna.
uguale è la canzone che abbiamo da cantare: scarpe rotte eppur bisogna andare.
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Sesso: Femminile
29/11/2023 19:21

Il mio intervento era per "capire" se esiste un modo di intervenire (!).

Non intendevo confrontare i diversi paesi.

Cioè: di fronte a persone che vivono in altri Paesi in evidente e grande difficoltà è lecito intervenire? Come?


-+-+-+-+-+-+-+-
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