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Genitorialità nuove e incerte

Ultimo Aggiornamento: 27/01/2024 09:44
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Post: 2.117
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Sesso: Maschile
22/01/2024 18:04

Leggo una slide di un corso di psicologia in cui vi è espresso questo concetto:

"Fare figli in una società senza figli. Da una parte perdita di valore del figlio, all'opposto oggi viene attribuito un valore significativo al figlio, spesso unico, che può diventare in modo esclusivo il precipitato del narcisismo dei genitori".

Sì accettano spiegazioni e commenti sulla veridicità di questa analisi.
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Post: 344
Età: 100
Sesso: Maschile
22/01/2024 18:12

Credo che al testo manchi qualcosa utile alla semplice comprensione del testo.

No perché presa così, la prima cosa che mi è venuta in mente è la famosa frase di Fantozzi, dopo la visione della Corazzata Potemkin 😉
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Post: 2.117
Età: 51
Sesso: Maschile
22/01/2024 18:41

L' ho copiata pari pari. È una slide e a volte fatico a comprendere il senso delle frasi ...
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Post: 5.283
Sesso: Femminile
22/01/2024 18:45

Il figlio non è più un valore (con questo interpreto la perdita di valore del figlio. Non esistono più i proletari).
Al figlio, quello che nasce, viene attribuito un valore eccessivo in termini di proiezione di se stessi.

Sottolineo, secondo me, la veridicità contenuta in quel "spesso (figlio) unico".

Essere figli unici è come essere costantemente sotto la lente di ingrandimento di due adulti, sbavature non ammesse (in teoria).
Esiste la sindrome del primogenito che altro non è un figlio unico finché un fratello o una sorella arriva a salvarlo dall' estrema attenzione dei genitori (anche se da bambini questa cosa non viene proprio apprezzata, diciamo 😂).

Tornando un attimo al breve post d'apertura, il figlio era il bene ed il futuro dei proletari. Cresciuto in vista di una produzione e di una forza lavoro familiare.
Oggi è sicuramente diverso, il figlio non è più risorsa ma debito.

O addirittura diritto, anche di produrlo come pare e piace.

Tra tutti questi estremi, la vita fa un po' quel azzo che vuole.

Ah ecco: quella frase può contenere una certa veridicità se contestualizzata ad un luogo.
Magari per ignoranza mia, ma direi che in tanta Africa, India ed Asia il figlio è ancora un valore.


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Post: 2.117
Età: 51
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22/01/2024 20:35

Ah ecco, che stupida, non trovavo significato nella frase "il figlio non è più un valore" dimenticandomi del valore attribuito ai figli dal proletariato.
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Post: 846
Sesso: Maschile
23/01/2024 13:35

Io credo semplicemente che se ci sono meno figli ( alcuni non li hanno proprio ma anche chi li desidera ne ha uno) non sia di certo per una questione di valori... semplicemente la maggior parte delle persone non potrebbe garantire un tenore di vita adeguato a due o più figli...
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Post: 5.283
Sesso: Femminile
23/01/2024 14:53

Rakosi89 (fHdd221213), 23/01/2024 13:35:

Io credo semplicemente che se ci sono meno figli ( alcuni non li hanno proprio ma anche chi li desidera ne ha uno) non sia di certo per una questione di valori... semplicemente la maggior parte delle persone non potrebbe garantire un tenore di vita adeguato a due o più figli...

Però questo non è vero e spesso lo sostiene chi figli non ne ha.

Poi si può parlare di cosa significhi tenore di vita adeguato.
E di quale tenore di vita si parli: spesso quello per cui si teme è il proprio, più che quello dei figli.

Ok genitorialità responsabile, ma non mi sembra che in Italia ci siano casi di morte per fame tra i bambini (a parte folli casi di cronaca).

Se e quando arriva il momento, i figli si fanno e si crescono senza paura (almeno non quella espressa qui. La salute, ad esempio, per me è quella che da mamma è maggiormente presente, senza ansie eccessive).


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Post: 2.117
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23/01/2024 15:51

Nemmeno io credo che ci siano meno figli per paura di doverli mantenere. Questa motivazione è una ottima scusa sicuramente ma basta un attimo di riflessione per rendersi conto che è una spiegazione che fa acqua da tutte le parti.
La motivazione per cui non si fanno figli è di tipo sociale, valoriale, antropologica. Nell'annuario statistico del 2015 della mia città la situazione è questa: 41% delle famiglie composte da 1 persona. Il 29,4% delle famiglie sono composte da 2 persone. Il 17,4% delle famiglie sono composte da 3 persone. Il 9,7% delle famiglie sono composte da 4 persone. L' 1,8% delle famiglie sono composte da 5 persone e lo 0,5% è composto da 6 o più persone.
Mi sembra evidente che siamo in un contesto dove praticamente la famiglia non esiste più, visto che il 70% delle famiglie non ha figli e il 41% è single, quindi è famiglia per modo di dire. In questo contesto ognuno di noi è fortemente concentrato su sé stesso e difficilmente riesce a vedere in un'ottica di gruppo familiare. Leggere questi dati fa ovviamente riflettere; a voi le riflessioni. Preciso che la mia città è forse la peggiore al mondo dal punto di vista demografico ma non è che altre vadano poi tanto meglio.
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Post: 3.128
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23/01/2024 18:59

Ma infatti i figli al giorno d’oggi non sono più visti come un valore per la società, quanto un impedimento alla propria affermazione (principalmente lavorativa).
Così come anche una totale mancanza di voglia di prendersi responsabilità, questo purtroppo è un problema pure di tanti che i figli ce li hanno.
Ma questo è un’altro discorso.
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Post: 5.283
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23/01/2024 19:19

Sai Danae, un altro discorso fino ad un certo punto e non è per contraddire la tua affermazione, quanto per ampliarla.

Se in effetti un figlio è una "palla al piede" a maggior ragione quando i figli li hai, cerchi di evitarli.

È pur vero, secondo me, che per crescere un figlio ci vuole un intero villaggio. Non solo per le energie ed il tempo che richiedono, anche per farne già da subito membri della società. Che è quello che in effetti sono. A maggior ragione quando cresceranno.

Comunque è vero che non è facile fare i genitori: come fai sbagli è azzeccatissimo, forse si hanno dei "riscontri" una volta che diventano adulti.


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Post: 2.117
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23/01/2024 19:40

Contraddico il discorso della carriera lavorativa perché la società, soprattutto italiana, è composta da una bassissima percentuale di persone laureate e caratterizzata da un fortissimo abbandono scolastico. Quindi spiegami Danae come gente ignorante in media dovrebbe ragionare in merito alla propria carriera.
Anche questa è una scusa e fa acqua da tutte le parti. Non è la carriera che si rincorre ma il proprio piacere immediato. Rappresentato da oggetti, esperienze, cibo. Cose che si vorrebbero condividere con qualcuno che si ama ma anche l'amore è un impegno, quindi si condividono con i social e l'amore non è più un sentimento ma il possesso dell'altra persona di turno. Così l'altra persona fa parte dell' insieme di cose che soddisfano (apparentemente) i bisogni: oggetti, esperienze, cibo. Sono troppo cinica?
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Post: 846
Sesso: Maschile
23/01/2024 19:53

LaPeppa (V7fd221203), 23/01/2024 14:53:

Però questo non è vero e spesso lo sostiene chi figli non ne ha.

Poi si può parlare di cosa significhi tenore di vita adeguato.
E di quale tenore di vita si parli: spesso quello per cui si teme è il proprio, più che quello dei figli.

Ok genitorialità responsabile, ma non mi sembra che in Italia ci siano casi di morte per fame tra i bambini (a parte folli casi di cronaca).

Se e quando arriva il momento, i figli si fanno e si crescono senza paura (almeno non quella espressa qui. La salute, ad esempio, per me è quella che da mamma è maggiormente presente, senza ansie eccessive).

La maggioranza dei miei coetanei va avanti con contratti di precariato, dove puoi ritrovarti senza un'entrata da un giorno all'altro...
Oppure hanno stipendi nella media ( diciamo dai 1.200 ai 1.500 ) che permetterebbero di andare avanti con molta fatica con quattro persone più affitto ecc....

E questo è ciò che fa desistere il 90% di quelli con cui ho avuto modo di rapportarmi...
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Post: 846
Sesso: Maschile
23/01/2024 19:59

Trale (zT7F221205), 23/01/2024 15:51:

Nemmeno io credo che ci siano meno figli per paura di doverli mantenere. Questa motivazione è una ottima scusa sicuramente ma basta un attimo di riflessione per rendersi conto che è una spiegazione che fa acqua da tutte le parti.
La motivazione per cui non si fanno figli è di tipo sociale, valoriale, antropologica. Nell'annuario statistico del 2015 della mia città la situazione è questa: 41% delle famiglie composte da 1 persona. Il 29,4% delle famiglie sono composte da 2 persone. Il 17,4% delle famiglie sono composte da 3 persone. Il 9,7% delle famiglie sono composte da 4 persone. L' 1,8% delle famiglie sono composte da 5 persone e lo 0,5% è composto da 6 o più persone.
Mi sembra evidente che siamo in un contesto dove praticamente la famiglia non esiste più, visto che il 70% delle famiglie non ha figli e il 41% è single, quindi è famiglia per modo di dire. In questo contesto ognuno di noi è fortemente concentrato su sé stesso e difficilmente riesce a vedere in un'ottica di gruppo familiare. Leggere questi dati fa ovviamente riflettere; a voi le riflessioni. Preciso che la mia città è forse la peggiore al mondo dal punto di vista demografico ma non è che altre vadano poi tanto meglio.

Purtroppo avendo età diverse magari questa situazione non la vivete ma ripeto... la maggioranza delle persone che hanno più o meno la mia età ( che poi sarebbe la "classica" per avere figli) vive con poco più di mille euro e deve metterci affitto e compagnia bella... deve fare attenzione alle spese già da solo, figuriamoci con uno o due bambini...

I valori e il sociale non c'entrano proprio niente... anzi è proprio questa la scusa che si ripetono le generazioni più il là pur di non guardare ai fatti
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Post: 3.128
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23/01/2024 20:24

@Trale
Beh ma il punto è sempre quello, si progetta la propria vita per la nostra personale soddisfazione, che sia lavorativa o di tutto il resto, avere figli bene o male è visto come una limitazione.
Io sono decisamente cinica 😅

@Peppa
Per il discorso della mancanza di responsabilità, io lo vedo anche nelle nuove “teorie pedagogiche” con cui si crescono i figli, che arrivano al culmine con il volerli crescere senza dargli un’appartenenza di genere.
Vivendo in una società dove qualsiasi cosa è possibile (questo è ciò che viene raccontato) pensano che lasciando più libertà possibile al bambino lo porti ad affermare se stesso, ma alla fine quel che si ottiene sono individui insicuri.
Educare ad essere liberi (soprattutto la libertà di pensiero) non significa scaricare le responsabilità di alcune scelte sui bambini, soprattutto quando sono troppo piccoli per farlo.
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24/01/2024 16:51

mi sento di condividere il discorso di Rakosi, anche se tutte le altre ipotesi sono comunque interessanti ed hanno un fondo di verità.

ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna.
uguale è la canzone che abbiamo da cantare: scarpe rotte eppur bisogna andare.
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Post: 5.283
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24/01/2024 17:29

Rakosi i miei genitori, e mi limito a loro, mi hanno avuta nel 1975: io l' ho già fatto, ti invito a vedere cosa succedeva in quegli anni a livello economico e sociale. Si sono pagati la lavatrice (che non avevano) col taglio della cravatta. Pagavano affitto e mia mamma era già incinta.

Non il momento migliore per avere figli.

Quando mi sono sposata con Peppo (questa è stata l' incoscienza, non quanto segue 😜), lui era precario, io avevo appena avuto un contatto perché prima ero una co.co.pro. a cui neppure hanno pagato quei pochi euro di contributi. Quando abbiamo deciso di sposarci, lui era disoccupato, e non perché schizzinoso o pigro (diamo a Peppo quel che è di Peppo).

Incoscienti? Forse un po' ma di storie così ne sento e vedo tante.
E mi limito ai miei genitori, non vado ai nonni, la guerra ecc.

Non è per suscitare emozioni da libro cuore ma per dire che si può fare. A parte alcuni casi, tutto il resto sono un po' delle scuse, a volte inconsapevoli.

Essere genitori può far paura, anzi mi stupirei se non si sentisse almeno un tremolio alle ginocchia al pensiero.
[Modificato da LaPeppa 24/01/2024 17:30]


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24/01/2024 17:32

P.s. non è mio pensiero che sia obbligatorio, ma per chi desidera essere genitore il messaggio è: SI-PUÒ-FARE!!!! (Cit)


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24/01/2024 17:38

certo, se uno lo desidera ardentemente e da tutta la vita lo fa lo stesso, ma non stupisce che chi è giovane rimandi, con la speranza di sistemarsi un po' prima, per esempio di essere assunto a tempo indeterminato (dici che lo rinnovano il contratto ad una che va in maternità? secondo me spesso e volentieri no), a me sembra una cosa logica e sensata, poi non è tanto la povertà, perché appunto nei paesi poveri si fanno più figli, ma l'idea di poter offrire ai propri figli meno di quanto abbiano fatto con noi i nostri genitori. Nel '75 si stava meglio che durante guerra e dopoguerra, anche se non si navigava nell'oro, si percepiva un miglioramento, una speranza, ora la sensazione, almeno mia, è che vada tutto a rotoli, e sinceramente oltre alla paura che come dici tu è inevitabile (e se muore prima di me? esiste qualcosa di peggio al mondo?), mi chiedo anche per un eventuale figlio che futuro lo aspetterebbe... non è solo voler fare gli eterni peter pan.

ed il nemico attuale è sempre e ancora eguale a quel che combattemmo sui nostri monti e in Spagna.
uguale è la canzone che abbiamo da cantare: scarpe rotte eppur bisogna andare.
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24/01/2024 18:18

Nemes dici che nel '75 si stava meglio e c'era maggiore speranza perché sai che .. è passato ed in fondo è andata bene.

Domeniche a piedi per incertezza dei carburanti, brigate rosse e nere...le prime cose che mi vengono in mente.

Contratto a tempo indeterminato? Oggi non esiste più perché l' azienda può addurre difficoltà economiche per lasciare a casa anche un indeterminato. Senza troppi problemi.

Mi spiace ma quella della certezza economica e del posto fisso è una delle "scuse" che va per la maggiore. Non bisogna sputare sangue o essere dei genitori martiri. Come si affronta tutto il resto, si affronta anche avere un figlio.

Consideriamo anche il fatto che, dati i pochi bambini che nascono (almeno confronto ad un tempo) parenti ed amici saranno deliziati e contribuiranno generosamente.

Ad esempio, se può interessarti, il trio è una di quelle false necessità mangiasoldi da primo figlio. Se proprio lo desideri, ci sarà qualcuna che te lo può passare o una vecchia zia o la nonna che insisterà per volerlo regalare.
Altrimenti puoi acquistare un fantastico passeggino superleggero 0 mesi.

Per il futuro dei figli, le certezze sono ancora meno.

È proprio il discorso certezza che non ha certezza. Ma vale anche per la tua stessa vita.

P.s. non penso sia sindrome da Peter Pan, forse in alcuni casi è proprio il contrario: un eccesso di preoccupazione.
[Modificato da LaPeppa 24/01/2024 18:19]


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24/01/2024 18:19

Non esiste il posto a tempo indeterminato a parte poche eccezioni ed esisterà sempre meno. E anche quando lo si ottiene, può fallire l'azienda. Ma pur con tutta l'instabilità che ammettiamo esista in Italia, viviamo in un paese ricco dove la prospettiva di morire di fame non c'è in pratica. Del resto nei paesi dove davvero si muore di fame, i figli li fanno. E anzi vengono qui in Italia perché ritengono che comunque sia meglio vivere qui piuttosto che nel loro paese.
Non sto a raccontare la mia storia, a pezzi l' ho raccontata più volte e comunque tutti i genitori che ho conosciuto in questi anni da mamma, vive ano situazioni più o meno precarie. L'eccezione era non viverla la precarietà. Quindi appoggio Peppa e mi associo all' idea che sia una "scusa" quella dell' instabilità.
Comunque sono andata avanti con lo studio e ho trovato altre slide interessanti che appena riesco riporto qui. Sto studiando psicologia e antropologia per fare un concorso e mi è venuta voglia di condividere con voi alcuni pensieri 🤪
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Post: 2.117
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24/01/2024 18:38

Il mito della mente isolata. L' uomo moderno vive nell' illusione di autosufficienza e autonomia, nel tentativo di negare la vulnerabilità umana e la dipendenza dagli eventi che si verificano nell' ambiente interpersonale.
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Post: 2.032
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25/01/2024 07:43

Anche io concordo con Rak. LaPeppa secondo me il mondo dell' istruzione e del lavoro è nettamente cambiato rispetto a quando tu eri ragazza.
Innanzitutto una persona poteva accedere a concorsi con un semplice diploma. Tanto per farti degli esempi le insegnanti dell' infanzia e della primaria avevano un diploma e non una laurea. Così pure gli infermieri facevano un biennio alla scuola superiore e poi i tre anni di corso infermieristici, ...oggi ci vuole la laurea.
Una persona che non aveva voglia di andare all' università poteva comunque trovare un buon posto, uscire prima dal sistema scolastico e farsi almeno una decina di anni di lavoro per avere una certa esperienza prima dei trent'anni.
Oggi i trentenni dopo l'università magari vogliono divertirsi .
Inoltre i contratti di lavoro di oggi a mio parere non sono quelli degli anni 90. Non si può più parlare di posti fisso come un tempo. È cambiata la mentalità anche in questo senso. Ergo, si stava meglio ai tempi anche secondo me ...
Si vis amari, ama
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Post: 846
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25/01/2024 08:30

LaPeppa (V7fd221203), 24/01/2024 17:29:

Rakosi i miei genitori, e mi limito a loro, mi hanno avuta nel 1975: io l' ho già fatto, ti invito a vedere cosa succedeva in quegli anni a livello economico e sociale. Si sono pagati la lavatrice (che non avevano) col taglio della cravatta. Pagavano affitto e mia mamma era già incinta.

Non il momento migliore per avere figli.

Quando mi sono sposata con Peppo (questa è stata l' incoscienza, non quanto segue 😜), lui era precario, io avevo appena avuto un contatto perché prima ero una co.co.pro. a cui neppure hanno pagato quei pochi euro di contributi. Quando abbiamo deciso di sposarci, lui era disoccupato, e non perché schizzinoso o pigro (diamo a Peppo quel che è di Peppo).

Incoscienti? Forse un po' ma di storie così ne sento e vedo tante.
E mi limito ai miei genitori, non vado ai nonni, la guerra ecc.

Non è per suscitare emozioni da libro cuore ma per dire che si può fare. A parte alcuni casi, tutto il resto sono un po' delle scuse, a volte inconsapevoli.

Essere genitori può far paura, anzi mi stupirei se non si sentisse almeno un tremolio alle ginocchia al pensiero.

Io invece posso dirti che conosco centinaia di persone che in quegli anni si sono affermati partendo da zero... semplicemente perché la possibilità c'era e non serviva neanche avere chissà quale titolo di studio o specializzazione...

Vi siete sposati da precari o disoccupati... rischioso certo ma a quei tempi la certezza di trovare un lavoro in tempi relativamente brevi c'era ( anche un qualcosa di provvisorio in attesa di quello "giusto" ) mentre adesso rischi di aspettare mesi ( e 1000 o più cv inviati) solo per trovare un posto di un paio di mesi e sottopagato.... ovviamente non è una cosa che succede a tutti ma per molti è così...


Un altro problema delle generazioni precedenti è che pensano che la loro realtà sia l'unica esistente, di conseguenza non capiscono le dinamiche dei più giovani... e con questo non mi riferisco agli utenti ma a quelle persone che dovrebbero farlo di mestiere per migliorare la situazione
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Post: 2.117
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25/01/2024 08:37

Negli anni 90 il posto fisso già non c'era più Norge. Ti assicuro 🙂. Poi comunque anche prima non è che fosse questa pacchia eh, la casa di proprietà la avevano in pochissimi. Non è questa la spiegazione. Io ritengo ci sia di fondo una spinta verso individualismo piuttosto che verso il fare "gruppo" o "famiglia". Se il problema fosse di tipo economico, non ci sarebbe il 70% di popolazione suddivisa un famiglie da 1 o 2 persone, perché si cercherebbe di risparmiare stando uniti.
Ieri sera mi sono imbattuta in una discussione di una persona di 35 anni che chiedeva consiglio. Vive con il partner da 2 anni, nella casa del partner che però non sente sua, vorrebbe comprare una casa sua e chiede consiglio riguardo i mutui. Persona con lavoro a tempo determinato. Tu pensi sia una eccezione? No, è la norma, le persone pensano e vivono da single. Sì va a vivere insieme con vite separate. Ognuno ha la sua vita, i suoi amici, la sua auto, il suo conto in banca, la sua casa. Non esiste più la famiglia. È vero che i figli si possono fare anche senza famiglia ma il desiderio non nasce proprio isolato. È il voler costruire qualcosa insieme all'altro che ti fa desiderare i figli, non è un mero desiderio di maternità o paternità legato all' orologio biologico. Se stai facendo una vita in solitudine, non hai questa spinta. Ed io penso che tutte le persone si sentano spinte a condurre una vita in solitudine che non è quello che vorrebbero ma è quello che "sentono" giusto.
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Post: 846
Sesso: Maschile
25/01/2024 09:05

Trale (zT7F221205), 25/01/2024 08:37:

Negli anni 90 il posto fisso già non c'era più Norge. Ti assicuro 🙂. Poi comunque anche prima non è che fosse questa pacchia eh, la casa di proprietà la avevano in pochissimi. Non è questa la spiegazione. Io ritengo ci sia di fondo una spinta verso individualismo piuttosto che verso il fare "gruppo" o "famiglia". Se il problema fosse di tipo economico, non ci sarebbe il 70% di popolazione suddivisa un famiglie da 1 o 2 persone, perché si cercherebbe di risparmiare stando uniti.
Ieri sera mi sono imbattuta in una discussione di una persona di 35 anni che chiedeva consiglio. Vive con il partner da 2 anni, nella casa del partner che però non sente sua, vorrebbe comprare una casa sua e chiede consiglio riguardo i mutui. Persona con lavoro a tempo determinato. Tu pensi sia una eccezione? No, è la norma, le persone pensano e vivono da single. Sì va a vivere insieme con vite separate. Ognuno ha la sua vita, i suoi amici, la sua auto, il suo conto in banca, la sua casa. Non esiste più la famiglia. È vero che i figli si possono fare anche senza famiglia ma il desiderio non nasce proprio isolato. È il voler costruire qualcosa insieme all'altro che ti fa desiderare i figli, non è un mero desiderio di maternità o paternità legato all' orologio biologico. Se stai facendo una vita in solitudine, non hai questa spinta. Ed io penso che tutte le persone si sentano spinte a condurre una vita in solitudine che non è quello che vorrebbero ma è quello che "sentono" giusto.

Se parli di "vite separate" il discorso è più ampio... prima di tutto moltissimi hanno visto coppie scoppiare miseramente ( con conseguente solitudine, guai economici ecc ecc) quindi si guardano bene dal rischiare la stessa fine...
Poi, anche se si convive, dover avere ognuno la sua strada è diventata più una necessità che una scelta...
In due o più le spese aumentano, non è che si risparmi....
Il resto è una conseguenza....



Allora non capisco il motivo delle lamentele verso il patriarcato vedendo che due donne la pensano così, visto che prima le "vite separate" non c'erano semplicemente perché ogni bene ( casa, macchine ecc ) veniva intestato a nome del marito ( nella maggioranza dei casi almeno), le frequentazioni erano molto spesso legate a quelle dell'uomo e via dicendo....
Non è una polemica perché personalmente mi fa piacere che la mia donna abbia la sua dimensione e che non sia subordinata a me... però leggendo certe affermazioni viene da riflettere tutto qui 😅
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