Il figlio non è più un valore (con questo interpreto la perdita di valore del figlio. Non esistono più i proletari).
Al figlio, quello che nasce, viene attribuito un valore eccessivo in termini di proiezione di se stessi.
Sottolineo, secondo me, la veridicità contenuta in quel "spesso (figlio) unico".
Essere figli unici è come essere costantemente sotto la lente di ingrandimento di due adulti, sbavature non ammesse (in teoria).
Esiste la sindrome del primogenito che altro non è un figlio unico finché un fratello o una sorella arriva a salvarlo dall' estrema attenzione dei genitori (anche se da bambini questa cosa non viene proprio apprezzata, diciamo 😂).
Tornando un attimo al breve post d'apertura, il figlio era il bene ed il futuro dei proletari. Cresciuto in vista di una produzione e di una forza lavoro familiare.
Oggi è sicuramente diverso, il figlio non è più risorsa ma debito.
O addirittura diritto, anche di produrlo come pare e piace.
Tra tutti questi estremi, la vita fa un po' quel azzo che vuole.
Ah ecco: quella frase può contenere una certa veridicità se contestualizzata ad un luogo.
Magari per ignoranza mia, ma direi che in tanta Africa, India ed Asia il figlio è ancora un valore.
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Cadi sette volte, rialzati otto