Sueño Con Mexico - Ritorno a casa

Le città in lontananza e le tante case bianche come ciottoli di fiume.
Alberi e case. Uomini e donne colorate che si muovono lente sotto il sole cocente.
Strade polverose e vecchie auto.

Le strade.
Mi sono sempre chiesto da dove partono, dove finiscono e chi l'ha deciso.
Eppure ho sempre saputo nel mio intimo che è sempre una casa il punto di arrivo.

Poi ci sei Tu che mi stai aspettando, con la tranquillità di chi aspetta il sole che si fa alba.
Seduta, le mani in grembo, colori il cielo del tuo enigmatico sorriso.
Una casa come tante, in questo posto baciato da Dio e maledetto dagli uomini
e poco importa se ha il tetto di lamiera e le pareti di legno scrostate.

Nel nostro piccolo giardino risplende il rosso della bouganville e i bambini giocano a inseguirsi.
E che importa se questo momento è nel presente o appartiene al passato, a quel giorno di due anni fa quando sono partito.
Che importa se tutto è cambiato o se è passato solo un istante, il tempo in fondo è solo quello che vogliamo che sia.

Ricordo o sogno, in questo mondo o in un altro, cosa importa.
Ma tu sei lì che cucini, canti, lavori, sogni. Sollevi e raccogli i folti capelli corvini sulla tua nuca delicata.

Forse stai pensando a me, all'uomo che presto tornerà.
Una macchina si avvicina nella polvere.
Il caldo della terra e del sole e poi l'ombra nella stanza e il ventilatore al soffitto che pigramente si muove nel silenzio.

Lentamente ruota come i tuoi pensieri. I tuoi sogni che vogliono vivere.
Farsi carne e parole, sorrisi e sguardi, carezze, racconti e lunghi silenzi restando abbracciati.

Sono brevi oggi i nostri silenzi perché il tempo è poco e il desiderio di averci è tanto.
Sono tornato. La valigia, abbandonata sul pavimento di legno riempie la stanza di un rumore opaco.
La mia camicia è bagnata di sudore e i pantaloni ancora sporchi di terre lontane.

Ho bisogno di radermi, di lavar via il tempo che è passato.
Asciugamano di lino bianco, fresco di pulito, profumato di sapone.
Acqua fresca e uno specchio.

Mi spogli.
Il petto di uomo e quello di una donna.
Si toccano, si cercano.
Si parlano con parole di sudore e di sangue.
Sangue di passione, di desiderio più forte di tutto, che ferma l'attimo e ci rende per sempre eterni.

Il tuo vestito cade leggero sul pavimento e sei nuda di fronte a me.
Ora sei solo carne, mistero svelato, anima che trema e che sussulta quando le nostre labbra si toccano,
quando le nostre lingue si cercano per promettersi ancora una volta di non lasciarsi mai.
E scorre veloce nei miei occhi il futuro ad un giorno lontano, che mi vede qui, ormai vecchio, ancora al tuo fianco.

Le mie mani spesse e ruvide segnate dalla fatica e le tue ancora morbide, indugiano alla riscoperta dei nostri corpi.
Accarezzo i seni, poi le mia dita che disegnano percorsi, magnifici arabeschi sulla tua pelle.

Ti aggrappi alle mie spalle. Cerchi una presa solida, decisa, una conferma alla mia presenza.
Fissi i tuoi occhi nei miei nell'atto sublime del dono.
Dolce e fiera mi attiri a te.

Ti sollevo per farti sedere sul tavolo. Divarichi le gambe, come la terra, per accogliermi tutto.
Chiudi gli occhi e ricadi all'indietro i tuoi capelli con te.
E' musica e danza ora il tuo corpo.
Strumento primordiale senza tempo, tamburo magico, terra che accoglie la pioggia, vita che da la vita.
Infinito presente, palpito leggero.

Dalla finestra vedo un piccolo ritaglio di azzurro.
E' La tua parte di cielo, che guarda dall'alto questo nostro piccolo mondo.
La nostra casa...


Kaos Calmo