A me sembra sempre di essere stato in galera,
pur avendo svolto sette mesi del mio servizio qui a Padova, in uno storico stabile di fianco al Santo.... che oggi non è più una caserma.
Anche questo avvicinamento fu una cosa che dovetti pagare cara.
Il nonnismo, a Padova era presente nelle licenze, nei permessi e nei servizi. Dov'ero prima, a Udine, era espresso in tutte quelle prepotenze che sappiamo: scherzi stupidi e pesanti, minacce,
"far fare brande". Aveva il carattere di una mafia interna, di una giustizia sotterranea.
Predominavano opportunismo, disonestà, prepotenza.
Avevo anch'io, inoltre, bisogno spesso di domandare soldi ai miei genitori.
Un anno in cui mi fu tolta la libertà; un'offesa e una violazione nei miei confronti, pur condivisa, che ancora non perdono allo stato italiano.
Il fatto che "fa diventare veri uomini", l'idea che farebbe bene ai giovani,
sono idiozie che sentivo anche allora,
tali e quali. Se sento qualcuno dirle,
gli rispondo, per non trascendere nella polemica, che lo stesso veniva detto una volta. Può essere che io rida e lo prenda in giro,
com' è giusto, come si deve.
Quando la gente non sa pensare a qualcosa di nuovo, allora pensa a disseppellire qualcosa di vecchio. Se poi molti luoghi comuni, pieni di ridicolo e senza senso, riaffiorano o non muoiono,
ciò è indice solo di - idiozia collettiva.
Sono tornato alla vita civile, il 19 luglio 1983.
Sono felice, per quei giovani che non sono chiamati, come fossi io a non partire.