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Ma chi è Lucetta Scaraffia?

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    boomerkiller
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    Città: ROMA
    Età: 61
    Sesso: Maschile
    10 07/03/2024 09:40
    Leggendo qua e là mi è capitato di inciampare in questo articolo:

    Estratto dell’articolo di Lucetta Scaraffia per “La Stampa”

    "Con dolore e sgomento, all'avvicinarsi dell'8 marzo, mi trovo a constatare che il femminismo è morto. Sì, penso sia morto nonostante le manifestazioni dopo l'omicidio di Giulia Cecchettin, dopo il proliferare di panchine rosse e scarpette rosse in tutta Italia, dopo i campanacci suonati per dire che gli stupri e i femminicidi devono fare rumore, non rimanere sepolti nel silenzio.

    Penso sia morto perché è morta l'affermazione base del femminismo, […] che le donne sono tutte sorelle nell'oppressione, senza distinguere fra origine etnica, appartenenza politica, classe sociale.

    Il silenzio, invece, e non solo nel nostro paese, ha cancellato agli occhi dell'opinione pubblica due gravi offese alla dignità delle donne. In questi ultimi mesi, infatti, i movimenti femministi hanno operato dei grandi distinguo fra femministe da difendere, cioè femministe buone, e altre da lasciare nel silenzio. Distinzioni motivate da prese di posizioni ideologiche […].

    Lo abbiamo visto quando il silenzio delle femministe ha accolto le terribili rivelazioni sugli stupri e i femminicidi perpetrati in Israele durante l'attacco del 7 ottobre da parte di Hamas. La pubblicazione del rapporto sui crimini sessuali commessi durante l'attacco di Hamas a Israele, realizzato dalla Association of Rape Crisis Centers in Israel, così dettagliato e ricco di informazioni su ciò che è successo, toglie ogni dubbio sul fatto che si sia trattato di una violenza non solo contro delle ebree, ma contro le donne in quanto donne, colpite nel loro corpo, mortificate e violentate come sesso.

    […] Una violenza contro le donne praticata con forza e crudeltà senza precedenti e per di più esibita in modo tale da moltiplicare l'umiliazione delle vittime. Invece di fronte a tale scempio neppure una manifestazione, un corteo, un'assemblea, nulla. Nulla per far sentire al piccolo numero delle donne sopravvissute e ai loro familiari quella solidarietà così necessaria per riprendere in mano la propria vita, come tutte le femministe sanno bene. Ma non eravamo forse ben consapevoli, per averlo detto tante volte, che in questi casi il silenzio equivale alla complicità?

    Il motivo di questo silenzio va cercato nella cultura woke, che ormai ha contagiato i nuovi femminismi, che tendono ad affratellarsi con i movimenti LGBQ senza accorgersi che spesso le loro richieste sono contro le donne. La cultura woke ha un unico codice morale: quello di difendere le vittime sì, ma le vittime di volta in volta designate a seconda delle situazioni, delle parti e delle ideologie in gioco. Oggi, in un momento in cui il nemico indicato è sempre e solo il colonialismo bianco, di matrice ebraico cristiana, le persone di cultura islamica sono considerate sempre le vittime, a prescindere dalle circostanze e dalla verità fattuale.

    E così la verità dei fatti scompare, continuamente messa in discussione come opera di falsificazione, sicché ogni ricerca della giustizia si dilegua davanti a una confusione da cui si può uscire solo con una scelta ideologica.

    Il silenzio delle femministe ha colpito anche le numerose religiose abusate da clero e religiosi nella chiesa cattolica, alcune delle quali hanno avuto il coraggio di denunciare i soprusi. […] qualche settimana fa c'è stata una conferenza stampa di due ex-religiose che hanno denunciato gli abusi sessuali, psicologici e spirituali subìti dal potente gesuita Rupnik. […] Qualche accenno sui giornali, e poi silenzio. Da parte delle femministe, nessun interesse, nessuna solidarietà per queste donne che hanno pagato e pagano ancora un prezzo altissimo per la loro ribellione.

    Sarà forse perché, con il loro voto di castità, hanno perso il diritto di farsi difendere da movimenti che hanno fatto propria ogni richiesta della rivoluzione sessuale? Ma non si tratta anche in questi casi di vittime da difendere e aiutare?

    Ricordiamoci di questo silenzio colpevole quando verrà celebrato l'8 marzo, quando grideremo la necessità di lottare contro i femminicidi e gli stupri e ogni genere di violenza. Ricordiamoci del nostro cedimento all'ipocrisia dei tempi: le donne sono vittime non a seconda le nostre idee […]"
    Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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    Tony59
    Post: 2.292
    Città: PADOVA
    Età: 65
    Sesso: Maschile
    00 09/03/2024 01:06
    Ho visto, ora, il tuo post.
    Ho anche visto che c' è una pagina su di lei, in Wikipedia; meglio di così...?
    A che ora se magna?
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    Trale
    Post: 2.118
    Età: 51
    Sesso: Maschile
    00 09/03/2024 08:11
    È una giornalista, classe 1948, coetanea di mia mamma quindi. Non la conoscevo ma anche io ho guardato su Wikipedia come Tony.
    Mi sono fatta le sue stesse domande anche perché mia madre stessa si è domandata le sue stesse cose. Mia madre mi chiede e si chiede se si è "persa qualcosa". Ma me lo chiedo anche io. Mi sono distratta un attimo e mi sono persa il filo conduttore per cui si cerca di legittimare cose inaccettabili. Io fatico a leggerli gli articoli che parlano di quei fatti perché mettono in luce una crudeltà umana che fa proprio orrore. Penso anche che se non se ne parla, è perché si vorrebbe rimuovere ciò che è successo. Addirittura si vorrebbe rimuovere il fatto che ci sono (o ci potrebbero essere) ancora ostaggi vivi. Tra cui donne che da mesi oltre che essere prigioniere subiscono violenze sessuali ogni giorno. Ogni tanto qualcuno scrive un pezzetto su questo e qualcuno timidamente legge e prova orrore per poi venire confortato dal suo senso di pietà per i bombardamenti e i bambini morti.
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    boomerkiller
    Post: 1.935
    Città: ROMA
    Età: 61
    Sesso: Maschile
    00 09/03/2024 09:36
    La mia domanda non era indirizzata al personaggio di cui si può leggere, giustamente, in wiki ma sulla sua autorevolezza.
    Intendo: ma chi è Lucetta Scaraffia per auto attribuirsi cotanta autorevolezza nella materia trattata?
    Non la conoscevo e leggerla così "sicura" nelle sue convinzioni mi ha fatto ricordare il bluff di oscar fulvio giannino.
    Invece leggendo l'articolo c'ho trovato tanta sostanza e lucidità per cui non ho potuto fare a meno di aprire questa discussione che, però, è evidentemente molto meno interessante di quelle sul virtuale e sulla stronzaggine.

    Spesso mi perplimo nel constatare tanta vocazione della vittima. Infatti che delle femministe fanno propria una causa evidentemente maschilista mi fa accapponare la pelle.
    Di quel conflitto sono evidentemente vittime sia le donne palestinesi che israeliane come lo sono anche le donne di tutti quei paesi governati da dittature religiose nel medio oriente e nell'estremo oriente.
    Vedere che delle femministe supportino la "palestina" è evidentemente antifemminista. Come è assurdo parlare di eccesso di "difesa" d'Israele e dell'Ucraina senza attivarsi concretamente contro Russia, Hamas e Iran.

    Non riuscirò mai a farmi una ragione di come delle donne possano supportare un "popolo" governato da un'organizzazione terroristica.
    Intendo che è chiaro che farei di tutto per le vittime civili ma finché "accettano" o addirittura votano un governo terrorista, scusate ma non possono avere la mia solidarietà.
    Conosco troppo bene la storia di quelle popolazioni fatta di genocidi perpetrati nei secoli.

    Ne è la prova il fatto che se Hamas avesse avuto la forza di uccidere tutti gli israeliani, l'avrebbe fatto come ora quell'assassino di netanyahu sta cercando di fare contro i palestinesi.
    È una cultura inaccettabile da entrambe le parti.
    Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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    LaPeppa
    Post: 5.283
    Sesso: Femminile
    00 09/03/2024 10:29
    Non si commenta nulla perché leggendo questo articolo o simili (per un momento metto da parte i soggetti, nel senso di Paesi, popoli, ecc.) e immedesimandomi per un momento nelle vittime è troppo.
    In questo momento non mi interessa creare una polemica o una discussione.
    Se penso al dolore, al male....che cosa posso farci? È qualcosa che atterrisce.

    "per le vittime civili ma finché "accettano" o addirittura votano un governo terrorista, scusate ma non possono avere la mia solidarietà."
    Su questo invece non sono d'accordo. Non penso che abbiano grande libertà di scelta, gli uomini e ancora meno le donne. Chi sta alla base della piramide, fa quello che può per evitare la 💩 che arriva dall' alto, però alla fine la forza di gravità non si può battere. Inoltre è praticamente la base del ragionamento di questo nuovo femminismo woke: non sei d'accordo con me? Allora arrangiati, sono fatti tuoi.

    L' ultima parte, quella delle religiose che subiscono violenza.... qualcuno ha rispetto della loro scelta, violenze a parte? Non mi sembra. Per tanti sono vite sprecate e comunque la loro scelta è per molti indice di estrema povertà intellettuale.
    E poi chissenefrega, che se ne occupi il loro Dio e la Chiesa che non paga le tasse.

    Come vedi è un attimo disprezzare l' essere umano se non si ha alcun rispetto per la vita (degli altri) senza aver provato a camminare nelle loro scarpe almeno per un secondo, almeno con l'immaginazione.


    -+-+-+-+-+-+-+-
    Cadi sette volte, rialzati otto
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    Danae
    Post: 3.128
    Sesso: Femminile
    00 09/03/2024 11:10
    Nemmeno io sono d’accordo con il femminismo woke di ultima generazione, così come alcuni slogan delle manifestazioni pro Palestina sarebbero stati, secondo me, evitabili…ma vabbè.

    Però se si nega che Israele, con le sue politiche portate avanti contro i palestinesi nel corso degli anni, abbia favorito la presa del potere di Hamas e si ritengono solamente i palestinesi responsabili, allora si è ciechi o ci si sta prendendo per il culo.

    Lo stupro fa da sempre parte delle violenze di guerra, quando l’ideologia è così estremizzata il tuo nemico non è più un essere umano uguale a te, così come i morti hanno valore diverso in base a quale schieramento fanno parte.
    E lo stiamo vedendo chiaramente pure con la guerra russo/ucraina.
    Così come ci sono report delle violenze portate avanti da Hamas, ce ne sono altrettanti in cui si mettono in luce quelle dei soldati israeliani contro i prigionieri palestinesi (anche donne).
    I soldati dell’IDF postano giornalmente sui social cose aberranti, le affermazioni dei politici israeliani al governo non sono meno disturbanti di quelle fatte dai capi di Hamas.
    Il punto è anche che lo stesso stato di Israele ha abbandonato i suoi cittadini ostaggi, l’obbiettivo è riprendersi la striscia di Gaza e forzare la popolazione ad andarsene, costi quel che costi.

    Sinceramente leggere che manifestare per la Palestinese possa essere considerata una causa maschilista è abbastanza disturbante, poi si può discutere di come sarebbe meglio farlo, ma forse chi lo fa prova semplicemente orrore per tante persone e bambini ammazzati, mutilati, affamati e che vivono una situazione tremenda da 5 mesi ormai.

    In questo caso non prendere in considerazione i social o la stampa estera è limitante, perché purtroppo molte delle informazioni non sono mai passate dalla tv o giornali italiani.
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    Kaos Calmo
    Post: 344
    Età: 100
    Sesso: Maschile
    00 09/03/2024 11:13
    L'unica considerazione che mi viene da dire è che nonostante quello che dice sia condivisibile, la giornalista dovrebbe anche tenere conto che ogni articolo come il suo, finisce inevitabilmente per essere strumentalizzato, come succede da anni, da tutti quelli che vedono nelle donne, nelle loro rivendicazioni e proteste per un riconoscimento ed una parità vera e non di facciata, un pericolo...

    Dopodiché magari sulla questione degli stupri del 7 ottobre, magari sarebbe più cauto, visto che in guerra la propaganda la fa da padrona, capirne di più...

    La stessa commissione dell'ONU è arrivata a dire che non gli è stato possibile accertarsi dei fatti, visto che il governo Israeliano ha sempre negato l'accesso ai corpi delle vittime ai medici forensi che si sarebbero dovuti accertare delle torture e violenze...

    Così eh..., giusto per puntualizzare.
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    boomerkiller
    Post: 1.935
    Città: ROMA
    Età: 61
    Sesso: Maschile
    00 09/03/2024 12:04
    Con notevole facilità ho trovato questo articolo:

    Le donne di hamas tra lotta e prigione.
    Barbara Schiavulli 17 gennaio 2024

    CISGIORDANIA – Hamas è un’organizzazione palestinese che governa a Gaza dal 2007 quando ha vinto le ultime elezioni palestinesi. Il nome è l’acronimo di Harakat al Muqawma al Islamiya che significa Movimento di Resistenza Islamica.

    Il gruppo sostiene di voler distruggere Israele e di volerlo sostituire con uno stato islamico. Si ritiene che la sua ala militare, le brigate Izzedine al Qassam, abbia circa 30 mila membri.

    Hamas ha combattuto diverse guerre con Israele da quando ha preso il potere a Gaza, non in Cisgiordania, e ha lanciato migliaia di razzi su Israele e portato a termine attacchi mortali. In risposta Israele, ha ripetutamente attaccato Hamas con aerei, truppe sia nel 2008 che nel 2014.

    Hamas – o la sua ala militare le Brigate al Qassam – è stato designato gruppo terroristico da Israele, Stati Uniti, Unione Europea e Regno Unito, così come da altre potenze. L’Iran dal canto suo, sostiene il gruppo, fornendo finanziamenti, armi e addestramento.

    Hamas, come altri gruppi di combattenti meno organizzati, sostengono di battersi per la liberazione della Palestina. Per loro attaccare Israele è un dovere di chi resiste ad un’occupazione, diritto sancito dalle Nazioni Unite.

    Rappresentano un mondo religioso, conservatore, cresciuto nella violenza e pronto a quasi qualsiasi cosa pur di raggiungere i loro obiettivi. In questo momento, dopo l’attacco del 7 ottobre che ha visto la morte di quasi 1200 israeliani e il rapimento di 250 e la conseguente reazione israeliana che ha provocato più di 24 mila morti a Gaza, decine di migliaia di feriti e una catastrofe umanitaria senza precedenti, la popolarità del gruppo è andata alle stelle: oggi per un palestinese medio, Hamas a Gaza e i combattenti della Jihad islamica in Cisgiordania, sono gli unici ad aver difeso i territori palestinesi dalla continua e logorante aggressione israeliana.

    Hanno riportato la Palestina nelle agende della diplomazia internazionale, ricordando al mondo che c’è un popolo che vive in uno stato di apartheid da decenni.

    I metodi di Hamas sono discutibili. Come lo sono quelli del governo israeliano, ormai sotto gli occhi di tutti. Si nutrono dello stesso odio e della stessa violenza. Con la differenza, se vogliamo cercare il pelo nell’uovo, che Hamas esplode nel pieno di un’occupazione diventata sempre più pressante, mentre Israele usa Hamas per perseguitare tutti i palestinesi – almeno questa è la tesi del Sudafrica che ha accusato di genocidio Israele alla Corte Internazionale di giustizia dell’ONU – per liberarsene e prendere la terra.

    Detto questo, in questi giorni, raccontando la Cisgiordania, abbiamo cercato di capire come i palestinesi, nascono, vivono, o sopravvivono sotto occupazione e a cosa porta a diventare quello che sono.

    Alcuni palestinesi, così come israeliani, hanno scelto il percorso della pace, rimanendone spesso delusi, altri hanno combattuto e poi si sono fermati quando hanno messo su famiglia, altri sono rimasti immersi nella violenza come nelle sabbie mobili, perché non tutti sono disposti a vivere con qualcuno che ti dice quando devi uscire di casa, quando puoi avere l’acqua o raccogliere le tue olive, chi puoi sposare o dove puoi andare. Altri sono semplicemente violenti come in qualsiasi società viziata dalla aggressività continua.

    Molti anni fa, intervistai uno dei leader e fondatori di Hamas a Gaza. Pensavo di trovarmi davanti al male, era un signore anziano, su una sedia rotelle, che aveva trascorso tanti anni in prigione e qualche anno dopo sarebbe stato ucciso dagli israeliani. Quando gli chiesi perché non riconoscevano l’esistenza di Israele, mi rispose molto candidamente: “Credi che per noi, sia un nemico immaginario? Li vedo, ho passato tempo nelle loro carceri, ma cascasse il mondo, non daremo mai soddisfazione a chi ha occupato la nostra terra”.

    Sono trascorsi tanti anni. Hamas ha un’ala politica che parla e tiene conferenze stampa sempre molti forti e piene di invettive. Un mondo fatto di uomini spesso, in questi giorni percepiti come il male assoluto, e lungi da noi voler giustificare una qualsiasi forma di violenza, ma se parliamo di loro bisogna anche provare a scoprire qualcosa del loro mondo. E anche le donne fanno parte di questo mondo.

    Tra le mani ho l’elenco delle donne che sono state rilasciate durante lo scambio di prigionieri di fine novembre, quando alcuni ostaggi israeliani sono stati rilasciati insieme ad alcuni detenuti e detenute palestinesi. Molte di loro sono di Hamas. Alcune non vogliono parlare perché sono state minacciate, altre sono più adulte, hanno già perso tutto quello che la vita ha loro timidamente offerto, e non hanno più niente da perdere.

    Quando Um Asef varca la soglia, chi ci circonda solleva lo sguardo sorpreso. La conoscono tutti. Un po’ l’ammirano, un po’ la temono, un po’ la compiangono.

    La definiscono la madre della Palestina. 64 anni e un viso austero che incorpora uno sguardo altrettanto severo circondato dal velo rosa. È stata sposata 46 anni, ma in realtà ha visto la sua famiglia unita e tutta insieme solo nel 2018. Perché il resto del tempo è stato scandito dagli arresti del marito, suo, poi dei figli maschi.

    “Abbiamo scelto dal primo momento di resistere all’occupazione”, ci dice come se fosse una sentenza, e di fatto lo è stato. Suher El Barghouti si perde nei ricordi di quando si innamorò del marito nel primo momento in cui lo vide. Lui le chiese di sposarlo, ma prima voleva che sapesse che la loro vita non sarebbe stata facile, che lo avrebbero arrestato, e forse anche ucciso. “Ho accettato perché lo amavo. E oggi nonostante quello che ho vissuto e i sacrifici che ho dovuto accettare, non rimpiango nulla”, dice con una nota di dolcezza che non le si addice.

    Il marito alla fine è morto per il covid, lei è convinta che glielo abbiano attaccato in prigione. Poi il primo dei suoi quattro figli (e due figlie) viene ucciso dai soltati israeliani, il secondo un mese dopo, decide di vendicarsi e attacca e uccide 4 soldati israeliani, viene arrestato e buttata la chiave.

    Quella che lei chiama resistenza, che per altri è terrorismo, è diventata la sua vita. Significa amare un marito detenuto, crescere dei figli nella cornice della fede e della lotta. “Questa terra ci appartiene, ed è nostro dovere difenderla. Ci arrestano per questo, ci picchiano, ci uccidono, sono stata picchiata davanti ai miei figli. Resistere per noi non è una scelta”.

    Difficile non pensare al 7 ottobre, all’orrore delle immagini di civili israeliani che si confondono con quello dei civili palestinesi. “Per l’Occidente c’è la verità che racconta Israele. Non so perché appoggiate uno Stato che ci occupa. Poi c’è la nostra verità, che non ha lo stesso valore, perché noi siamo dalla parte sbagliata della storia.

    Il sette ottobre è accaduto perché Israele voleva attaccare Gaza. Bisognava fare qualcosa prima. Hamas ha solo anticipato quello che comunque sarebbe accaduto. E Gaza ne paga il prezzo. È accaduto anche in passato. Quante volte siamo stati attaccati? Ma questa volta è diverso, perché il governo israeliano ha mostrato la vera faccia dell’occupazione, e sta uccidendo chiunque senza distinzione”.

    “Dopo il 7 ottobre è come se si fosse aperto il recinto, non so se lo vedete, ma oltre ai migliaia di morti, hanno arrestato anche migliaia di persone. Sono arrivati nel mio villaggio, (area A, sotto la gestione totale palestinesi), e hanno preso i ragazzi. Sono entrati a casa mia anche se sapevano che non c’era nessuno solo per fare a pezzi le foto di mio marito”.

    Suher è stata arrestata tre volte nella sua vita, “solo perché ero parte della famiglia. Ogni volta mi tenevano per 40 giorni e poi mi rilasciavano senza accuse. Quando arrestano qualcuno nel paese, lo portano a casa mia e gli dicono che questa è la casa dei terroristi. Dicono che li ho tirati su io, cercano di provocarmi, ma resto calma”.

    Il 7 ottobre si è parlato di donne e anziani uccisi, stupri. “Quel giorno attraverso il muro sono passate molte persone da Gaza, non solo uomini di Hamas, non posso parlare per tutti, ma per Hamas sì ed è impossibile che un uomo di Hamas violenti qualcuna. Può uccidere, ma siamo religiosi, violentare una donna mai”.

    Un discorso surreale, ma non è la prima a farlo. Per la comunità conservatrice e religiosa, la violenza sessuale è un tabù. Qualcun altro, vicino ad Hamas, ci dirà che se qualcuno di Hamas violentasse una donna e si sapesse, Hamas lo ucciderebbe.

    Suher che cos’è la Pace? “Poter vivere nella nostra terra senza Israele. Questa non è una storia che comincia il 7 ottobre, ma 75 anni fa quando ero una bambina e qualcuno venuto da fuori, mi ha cacciata dalla mia casa. Se dio vuole, un giorno se ne andranno.

    So che quello che sta succedendo è terribile, ma la libertà è importante, stiamo combattendo una crudele occupazione. Mi hanno toccato in posti in prigione dove una donna non dovrebbe essere toccata. Sono malata e mi sono state negate le cure. Mi dicevano bevi l’acqua che ti passa. Ero in prigione il 7 ottobre, ci hanno picchiate anche i medici”.

    Davanti a Suher ci sono i nipoti, una ragazza quasi adolescente e un bambino che gira freneticamente lo zucchero in un bicchiere di latte con un po’ di Nescafé. “Credi che tutto questo mi piaccia? Credi che voglia vedere i miei nipoti vivere nella violenza, circondati dalla morte, che non vorrei vivere come tutti gli altri? Il padre di questo bambino è morto, e lui non fa altro che chiedere della guerra. Mi chiede perché suo padre è stato ucciso, perché gli hanno demolito la casa”.

    La sua voce si spezza, come se sentisse profondamente quello che dice, respira e riprende: “Non ci piace l’idea di perdere i nostri figli, di ucciderne altri, di vivere così. Ma ci sono condizioni che ci costringono. Ho trascorso la vita a sentire la mancanza di qualcuno che fosse mio marito o mio figlio.

    Non sapevo che il mio secondo figlio si sarebbe vendicato della morte del fratello, avrei fatto di tutto per impedirlo, per impedire che finisse in prigione, che la sua casa fosse demolita. Avrei voluto una vita normale, ma non è andata così”.

    Poi mi prende un braccio quasi sorpresa di quello che mi sta per dire: “Tutti mi dicono che sono una donna forte, ma quando ritorno a casa la sera, nessuno sa come mi sento. Ma capisci che non posso crollare? Sono responsabile di quello che resta della famiglia. Con un marito sempre in prigione, io dovevo mandare avanti la baracca. Conosco la sofferenza, ci ho vissuto, non credere che non sia umana”.

    Rientra in sé torna ad essere austera e si arrabbia pensando al soldato che la tiene sotto controllo da anni e che arriva ogni volta c’è un raid nel suo paese. “Era lì alla prigione quando mi hanno rilasciato il 29 novembre. Mi ha chiesto se avrei festeggiato, voleva provocarmi e gli ho risposto a tono: mi lasciate solo perché ci siamo presi la vostra gente e la volete indietro. E anche io torno indietro ma non c’è nessuno, ho perso tutto, non mi resta che la mia terra”.

    Hanan ha 59 anni, sette figli (quattro maschie e tre femmine). Sembra un’anziana del nord, con gli occhi chiari e lo sguardo gentile. Il 4 settembre 2023 è stata arrestata, era a casa, i soldati israeliani sono arrivati alle tre di notte. “Non mi hanno accusato di niente, ma sono stata brutalmente picchiata dalle soldatesse della prigione di Ofer solo perché sono la sorella di Naher Barghouti (un combattente a cui è stato dato l’ergastolo nel 1978)”.

    Un altro dei suoi fratelli mentre era in galera, è entrato a far parte di Hamas dopo gli accordi di Oslo. Lo hanno rilasciato, e due anni dopo lo hanno riarrestato, perché aveva tenuto una lezione all’università di Birzeit. “Anche i miei 4 figli sono stati arrestati, ad uno gli hanno rotto tutte le dita della mano”. Lei è stata rilasciata il 24 novembre insieme a due dei figli, gli altri restano dentro.

    Accanto a lei, Manal che l’ha accompagnata, 44 anni, tre figli maschi, due dei quali in prigione, tre ragazze a casa, e il marito in prigione, perché appartengono ad Hamas. “In realtà lui era un rappresentante di componenti elettronici, ma al terzo arresto ha dovuto mettersi in proprio perché non poteva tenersi un lavoro, ma il suo problema non sono stati solo gli israeliani ma anche l’Autorità Palestinese”.

    Hanan era in galera il 7 ottobre, insieme alle sue compagne di cella avevano capito che era successo qualcosa, ma le guardie sono entrate e hanno portato via radio, tv. “Non volevano che sapessimo, non volevano che festeggiassimo. Sapevo solo che Hamas aveva preso delle persone. E fino al rilascio non ho saputo più niente, ci hanno tolto l’acqua, l’elettricità, perfino quella che compravamo con i nostri soldi. Bevevamo l’acqua del bagno come animali, piena di cloro. Per dieci giorni niente doccia – E chi aveva il ciclo? – Cercavamo di aiutarle, ci sono stati dei negoziati per lasciarle andare in bagno a lavarsi. Eravamo 11 nella cella, avevamo 30 minuti per fare la doccia tutte, una per volta”.

    I soldati che le controllano sono maschi e femmine, e dopo il sette ottobre anche i sanitari sono diventati violenti. “Prima usavano lo spray al peperoncino e poi ci picchiavano, per quattro giorni non ho potuto mettere acqua sulla pelle perché mi bruciava”.

    “La cosa che fanno per spezzarci è umiliarci sempre, ci insultano, insultano la nostra religione, ti senti triste e impotente, soprattutto per le giovani è più difficile, ci sono minorenni che sono state aggredite sessualmente, ma noi non ne possiamo parlare apertamente, la società palestinese è molto chiusa, soprattutto a Gaza. E non serve che tu pianga, urli, o smetti di mangiare. Non c’è nulla che possa fermarli, perché nessuno ha il potere per farlo. In ogni caso, quello che passiamo noi, è sempre comunque meno di quello che passano gli uomini e i ragazzi”.

    Il giorno dello scambio non sapevano nulla, quando sono state portate fuori pensavano che sarebbero state portate in un’altra prigione, qualcuna è stata picchiata. “Mi sono sentita in colpa ad uscire perché tante altre sono ancora lì, soprattutto per una ragazzina che è entrata a 16 anni e speravo tanto che uscisse, era stata picchiata brutalmente, piena di lividi, bruciature di sigarette, la sua colpa? Dei post su Facebook. Ci hanno detto di non parlare, ma non mi importa, bisogna sapere quello che succede”.

    “Per me quella del 7 ottobre è un’operazione a tutti gli effetti. Ma violentare? Quelli sono metodi israeliani, non di Hamas. Cerchiamo di capirci, non sono contro gli ebrei, non ho nessun problema con loro, sono esseri umani come noi. È con il governo e l’esercito che abbiamo un problema. Non vogliamo che la gente muoia, ma sono si può spingere, spingere, spingere e pensare che noialtri si subisca sempre.

    Guarda come sono stati trattati gli ostaggi. Hanno mangiato con loro, gli hanno portato dottori, i combattenti di Hamas sono persone religiose”. Ma il 7 ottobre sono stati uccisi anche civili. “Pensiamo che la maggior parte delle persone sia stata uccisa dalle forze armate israeliane mentre cercava di uccidere quelli di Hamas, hanno colpito contro tutto senza fare distinzione come stanno facendo ora a Gaza. Gli ostaggi servono per far uscire detenuti, ci sono 10 mila detenuti nelle carceri israeliani”.

    Anche perché secondo Manal dopo il fallimento degli accordi di Oslo, tutto è precipitato. “Abito in aerea A secondo gli accordi, ma gli israeliani entrano quando gli pare, non posso andare a pregare dove voglio, ci sono raid ogni giorno.

    Il 7 ottobre è il risultato di 75 anni di occupazione, so che voi non potete saperlo, ma noi lo viviamo e ogni giorno è uno di troppo. Israele non ha alcuna ragione per essere qui. Gli ebrei vogliono starci, si prendano il passaporto palestinese e vivano in pace con noi, sono i benvenuti.

    Ma l’idea di due stati per due popoli, dove uno è sotto occupazione, è impossibile. Possono tornare da dove vengono, perché vengono tutti da qualche altra parte o restare con noi e diventare palestinesi. Non facciamo altro che difendere la nostra terra”.

    “Come madre ho sempre paura per i miei figli – prova a spiegarci Hanan – me li terrei sempre a casa. Ma poi esiste qualcosa che si chiama dignità. Ho 4 figli in galera, e mi dico che almeno sono vivi, se penso alle madri di Gaza, mi si spezza il cuore. Ma se non sono i nostri figli a difendere la nostra terra, chi lo farà? Voi che non riuscite neanche a distinguerà la verità dalla menzogna?”.

    Ma i vostri figli muoiono. “Se diventano martiri, è Dio che decide. E non credere che solo i ragazzi di Hamas vengano uccisi o arrestati, accade a tutti. E poi puniscono le famiglie demolendo le loro case”.

    Il marito di Manal, attualmente in galera, è un combattente di Hamas, addestrato ad usare armi, il secondo figlio invece, non è affiliato a nessuna organizzazione ma è comunque in prigione. “Doveva essere rilasciato a dicembre, ma è ancora dentro. Dal 7 ottobre non so niente di loro. I legali non possono fargli visita.

    Sono preoccupata ma anche orgogliosa perché lottano per la Palestina. E non ce l’ho con chi non lo fa, ognuno resiste a modo suo, c’è chi boicotta i prodotti israeliani, chi crea canzoni. L’unica cosa che spero è che questi figli che finiscono in prigione o con Dio, non sia per nulla.

    Resistere non è solo combattere, anche le donne resistono, soffrono, nessuno di noi vive una vita normale, ma se pensano di averci indebolito anche un solo momento, non hanno capito niente dei palestinesi. E ogni volta che vedo la mamma di un martire penso di voler esser lei. Non fraintendermi, questo non vuol dire che non ami i miei figli, ma la causa è qualcosa di più grande dei nostri sentimenti.

    Mia figlia non crede nella resistenza armata, vuole che i suoi figli studino e stiano lontano dalla violenza. E a me sta bene, i dottori servono per curare i feriti, servono ingegneri per ricostruire. Non tutti devono combattere, si resiste anche solo con un parola, basta non fermarsi mai”.
    Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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    LaPeppa
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    00 09/03/2024 12:06
    Bè Kaos sarebbe proprio una notiziona se non ci fossero stati stupri.... finalmente una novità positiva nelle guerre.


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    Danae
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    00 09/03/2024 12:56
    boomerkiller, 9/3/2024:

    Con notevole facilità ho trovato questo articolo:

    Le donne di hamas tra lotta e prigione.
    Barbara Schiavulli 17 gennaio 2024


    Certo che ci sono siti, giornalisti, articoli che mostrano queste cose, ma Radio Bullets non è Il Giornale, La Stampa, Il corriere della sera ecc.
    E in questa settimana dell’8 marzo le maggiori testate italiane mettevano nuovamente in luce le violenze sessuali di Hamas contro le donne israeliane, molti titoli scrivono cose tipo “perché il mondo tace”…quando non è assolutamente così.

    Poi non so quale dovrebbe essere il punto dietro queste narrazioni, forse che esiste un tipo di guerra “giusta”.
    Ma allora non ci si è resi conto di cosa sia la guerra nel profondo.
    Di quanto la vita diventi irrilevante per chi è mandato a uccidere in prima linea e di conseguenza tutto diventa lecito, rafforzato con ideologie pompate da chi se ne sta al sicuro a prendere decisioni.
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    LaPeppa
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    00 09/03/2024 13:07
    Danae penso che più che la guerra e le sue atrocità ci si chieda dove siano i movimenti femministi, quelli da prima pagina di questi tempi, che sfilano a favore delle donne ma non proprio tutte ecco.

    Ma in effetti sono disquisizioni che rimangono qui, tra noi. A quelle popolazioni in guerra non sposta una virgola.

    Però facciamo anche un distinguo: il 7 ottobre sono stati attaccati civili ad una festa e nei kibbutz. N'è che fossero proprio soldati mandati al fronte.

    Le seconde vittime dell' articolo invece proprio non interessano a nessuno.
    [Modificato da LaPeppa 09/03/2024 13:09]


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    boomerkiller
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    00 09/03/2024 13:17
    Secondo me quello che non si vuole vedere è che gli ebrei non sono estranei in quei territori. Come ho già scritto, i romani li hanno dispersi (diaspora) per cui c'è molta storia d'Israele in quei territori. Altra cosa da tenere presente è che comunque i palestinesi non erano uno stato e credo che non lo siano mai stati stato. Erano proprietari di campi e fattorie?
    Ok, ma non stato visto che Erdogan vede quei territori come parte dell'impero ottomanno di cui ha nostalgia.
    Poi come ho già scritto, gli stati che si sono avvicendati nell'aiutare i palestinesi nelle varie guerre hanno cercato di mantenere un controllo militare su parte di quei territori.
    In pratica ciò che vedo è che non c'è un futuro d'indipendenza per i palestinesi e non ne vedo nemmeno grosse capacità. Spero di sbagliarmi ma sembrano il topolino che cerca di sfuggire al gatto per finire in bocca alla donnola. Alla fine un topolino è un topolino.
    Il fatto che una delle donne intervistate dice che gli ebrei sarebbero i benvenuti in uno stato palestinese mi perplime perché non ne vedo le capacità necessarie per formare un loro stato.
    Israele sta lì perché ha vinto le guerre contro i paesi musulmani confinanti quindi ha le capacità per essere stato.
    Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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    Danae
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    00 09/03/2024 13:27
    @LaPeppa
    LaPeppa, 9/3/2024:

    Danae penso che più che la guerra e le sue atrocità ci si chieda dove siano i movimenti femministi, quelli da prima pagina di questi tempi, che sfilano a favore delle donne ma non proprio tutte ecco.

    Ma in effetti sono disquisizioni che rimangono qui, tra noi. A quelle popolazioni in guerra non sposta una virgola.

    Però facciamo anche un distinguo: il 7 ottobre sono stati attaccati civili ad una festa e nei kibbutz. N'è che fossero proprio soldati mandati al fronte.

    Le seconde vittime dell' articolo invece proprio non interessano a nessuno.


    Quello che mi sembra comunque ridicolo è accusare determinati gruppi di propaganda (i cortei femministi) quando si fa costantemente uso della stessa propaganda per altri fini.

    I combattenti di Hamas non erano soldati mandati al fronte e l’esercito israeliano da sempre bombarda e ammazza civili palestinesi.
    Le dinamiche e le ideologie restano quelle della guerra, dove i morti del nemico non contano come i propri, ma servono al fine ultimo della causa.
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    Danae
    Post: 3.128
    Sesso: Femminile
    00 09/03/2024 13:29
    boomerkiller, 9/3/2024:


    Israele sta lì perché ha vinto le guerre contro i paesi musulmani confinanti quindi ha le capacità per essere stato.


    Bella questa, sarebbe un ottima barzelletta, se non ci fosse chi ci crede davvero 🤣
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    LaPeppa
    Post: 5.283
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    00 09/03/2024 14:07
    Danae (ayfb221203), 09/03/2024 13:27:

    @LaPeppa

    Quello che mi sembra comunque ridicolo è accusare determinati gruppi di propaganda (i cortei femministi) quando si fa costantemente uso della stessa propaganda per altri fini.

    I combattenti di Hamas non erano soldati mandati al fronte e l’esercito israeliano da sempre bombarda e ammazza civili palestinesi.
    Le dinamiche e le ideologie restano quelle della guerra, dove i morti del nemico non contano come i propri, ma servono al fine ultimo della causa.

    I combattenti di Hamas hanno compiuto un atto di terrorismo, non un"azione militare.

    Certo, propaganda. Però, e siamo di nuovo lì, i cortei femministi hanno sfilato con la bandiera palestinese. Che c'azzecca con i movimenti femministi? Nell' articolo è spiegato bene ed in modo conciso.

    Guarda questa discussione: nata in teoria per un articolo che parla di donne vittime di stupri e femminismo sta finendo di nuovo con Palestina, Ebrei e guerra....

    E della seconda categoria non gliene frega nulla a nessuno. Pazienza, per loro saranno punti Paradiso.

    Tu Danae ti riconosci in questo femminismo?
    Una donna che scelga di essere suora è uno scarto di cui neppure tenere conto? Ed una che decide di diventare madre? Una che è nata donna e si sente donna, ha qualcosa a che fare con questo femminismo? E se per caso si sposa e rimane a casa per scelta? Una donna che abbia la pretesa di gareggiare con altre donne e non chi si sente donna ma è un maschio, è rappresentata da questo femminismo suicida?
    Oppure si appartiene a questo femminismo solo in qualità di vittime?
    Ecco, movimento vittimista, neanche più il movimento femminista è dalla parte delle donne....
    [Modificato da LaPeppa 09/03/2024 14:15]


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    boomerkiller
    Post: 1.935
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    00 09/03/2024 14:22
    Non è una barzelletta, la coalizione di paesi arabi era soverchiante eppure ha perso. Fosse stata capace di vincere israele non esisterebbe. Per cui la barzelletta ha funzionato e funziona.
    A caro prezzo ma funziona.
    Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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    Danae
    Post: 3.128
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    00 09/03/2024 14:42
    @peppa
    Non è che siamo “finiti” a parlare di Israele e Palestina (non userei il termine ebrei in questo caso), è Boomer che ha impostato così la discussione.

    Sulla mia posizione su questo “femminismo” già ne ho parlato in precedenza in altri thread e poco più su mi sembra.
    Così come per la cultura woke.

    Perché affermare una realtà, cioè che nel corso degli anni tra palestinesi ed israeliani, sono sempre stati i primi a rimetterci di più a livello di vittime civili, sarebbe discriminatorio nei confronti delle vittime israeliane?
    Non credo che debba entrarci niente la situazione palestinese con le manifestazioni femministe occidentali, per quanto anche nei paesi arabi esistano movimenti femministi che hanno tra gli obbiettivi il miglioramento della condizione delle donne, non credo che siano paragonabili perché nascono su basi diverse e non necessariamente potranno combattere per gli stessi obiettivi, proprio perché esistono delle differenze culturali che è sbagliato negare e questo è l’errore della sinistra moderna.
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    Kaos Calmo
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    10 09/03/2024 15:26
    LaPeppa (V7fd221203), 09/03/2024 12:06:

    Bè Kaos sarebbe proprio una notiziona se non ci fossero stati stupri.... finalmente una novità positiva nelle guerre.

    Dico solo che come Netanyahu nega l'uccisione di 30.000 civili a Gaza o le esecuzioni di migliaia di civili Palestinesi in Cisgiordania da parte di coloni israeliani che li neppure dovrebbero esserci, dicendo che sono sciocchezze inventate da Hamas, anche nel caso degli stupri abbiamo due versioni del tutto contrastanti...

    Ora mi chiedo semplicemente per quale motivo il governo Israeliano dopo il 7 ottobre ha blindato le salme dei morti in compound a cui gli unici ad avere l'accesso erano ebrei ultraortodossi per l'identificazione dei corpi mentre è stato negata anche la sola ipotesi di costituire una commissione di esperti di diverse nazioni per stabilire la verità sui fatti denunciati, vedi decapitazione e smembramenti di neonati, apparsi sui media e poi smentite dalle fonti che erano state citate...

    A quale scopo, continuare ad alimentare agli occhi dell'opinione pubblica mondiale notizie di uccisioni così efferate stupri ecc..., ma al tempo stesso negare le indagini di una task force indipendente, come per i crimini commessi in Ucraina?

    Oh magari tu hai una risposta, perché io non riesco a trovarla...


    O dovremmo credere a Netanyahu, quando ogni settiman centinaia di migliaia di israeliani occupano le piazze dandogli del bugiardo? 🤔
    [Modificato da Kaos Calmo 09/03/2024 15:51]
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    LaPeppa
    Post: 5.283
    Sesso: Femminile
    00 09/03/2024 16:21
    @kaos
    A questo punto c'è da pensare che sia stato un complotto per avere la scusa di attaccare Gaza in modo massiccio e farla finita una volta per tutte....magari il 7 ottobre erano Israeliani travestiti.

    @danae
    Perché entrare nel tranello creato da Boomerkiller? In questo caso basta evitare completamente l' OT e commentare l'articolo.
    Mi piace quello che hai scritto
    "anche nei paesi arabi esistano movimenti femministi che hanno tra gli obbiettivi il miglioramento della condizione delle donne, non credo che siano paragonabili perché nascono su basi diverse e non necessariamente potranno combattere per gli stessi obiettivi, proprio perché esistono delle differenze culturali che è sbagliato negare e questo è l’errore della sinistra moderna."
    Temo tuttavia che i movimenti femministi locali invece non facciano questa distinzione e potrebbero addirittura trovarsi in contrasto con quei movimenti femministi.

    😅 Comunque delle religiose non gliene frega nulla a nessuno.


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    Danae
    Post: 3.128
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    00 09/03/2024 17:16
    @peppa
    In merito alla risposta a Kaos.
    Beh non sarebbe la prima volta che si falsificano dati per giustificare delle azioni belliche, questo non significa che l’attacco di Hamas non sia stato un grave atto di terrorismo.
    Ci sono inchieste pure riguardo agli attacchi del kibbutz e quelle al festival, nelle quali si evidenzia il fatto che lo stesso intervento dei militari israeliani abbia provocato vittime tra i civili, che teoricamente avrebbero dovuto proteggere.
    In ogni caso quel che è accaduto dopo, cioè l’attacco a Gaza, la distruzione e la quantità di vittime, non sono giustificabili, a mio parere a meno che non si accetti la logica che alcuni morti valgano più di altri.

    Riguardo alle religiose vittime di abusi da parte di Rupnik, non capisco cosa stai chiedendo.

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    LaPeppa
    Post: 5.283
    Sesso: Femminile
    00 09/03/2024 17:52
    Intendo che l'articolo parlava di due gruppi in particolare di donne abusate per cui le femministe odierni locali non si spendono più di tanto. Donne non prese in considerazione dalle femministe perché forse non tutte le femmine sono uguali.

    Quello era il cuore dell' articolo, tutto il resto è una deriva della discussione.

    Deriva che si è concentrata solo su Israele e Palestina.

    Niente di importante comunque


    -+-+-+-+-+-+-+-
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    Kaos Calmo
    Post: 344
    Età: 100
    Sesso: Maschile
    00 09/03/2024 18:21
    Re:
    LaPeppa (V7fd221203), 09/03/2024 16:21:

    @kaos
    A questo punto c'è da pensare che sia stato un complotto per avere la scusa di attaccare Gaza in modo massiccio e farla finita una volta per tutte....magari il 7 ottobre erano Israeliani travestiti.






    Cos'è una battuta?
    Perchè a me non fa ridere...
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    Danae
    Post: 3.128
    Sesso: Femminile
    00 09/03/2024 18:50
    Beh ma infatti io non mi riconosco nel femminismo così come viene promosso al giorno d’oggi e riconosco l’incongruenza logica del difendere alcune cause e ignorarne altre.
    Così come ogni aspetto dalla politica, all’informazione, al sentire comune è andato verso l’estremismo, nel quale se non sei d’accordo con un’idea allora significa che stai dalla parte opposta.
    È sfiancante in un clima simile portare avanti delle discussioni su temi importanti.

    Oltre a questo, non credo che delle femministe occidentali dovrebbero essere (secondo la logica di Boomer) per forza di cose, a favore di un massacro di un popolo solo perché chi massacra proclama gli stessi ideali occidentali.

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    boomerkiller
    Post: 1.935
    Città: ROMA
    Età: 61
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    00 10/03/2024 00:43
    Re:
    Danae (ayfb221203), 09/03/2024 18:50:

    Oltre a questo, non credo che delle femministe occidentali dovrebbero essere (secondo la logica di Boomer) per forza di cose, a favore di un massacro di un popolo solo perché chi massacra proclama gli stessi ideali occidentali.



    Ah, questa sarebbe la mia logica? Eppure mi sembrava di aver scritto cose leggermente diverse.
    Le femministe occidentali non devono essere a favore di un assassino come Netanyahu, le femministe occidentali non devono essere a favore di un'organizzazione maschilista per vocazione religiosa come è Hamas.
    Quello che le femministe di casa nostra devono considerare è che non puoi "combattere" dei sicari prendendo le difese di un'organizzazione religiosa che inneggia al martirio.
    Tutti i popoli del medio oriente sono culturalmente legati al genocidio.
    Un esempio eclatante è quello dei turchi sui curdi. Erdogan è diverso da Netanyahu nel reprimere i curdi? Non mi sembra ma non sento le femministe inneggiare ai curdi e al loro battaglione di donne.

    Secondo me Israele è un avamposto "occidentale" che fa il lavoro sporco. Senza Israele ci sarebbe un confronto diretto tra islam e occidente. E il confronto diretto sarebbe un disastro per le democrazie occidentali che in confronto alle dittature religiose islamiche sono delle fighette.
    Ma è normale che tu, Danae, non cogli la situazione perché sei di formazione laica. Per capire la cosa dovresti riflettere sul motivo per cui il vaticano nel 2024 sia ancora una monarchia il cui re è il capo della chiesa cattolica.
    Di fatto la chiesa cattolica e il vaticano sono maschiliste come lo è l'islam.
    Lo è anche la religione ebraica maschilista ma buona parte della popolazione d'Israele è laica.
    Le persone deboli si vendicano, le persone forti perdonano, le persone intelligenti ignorano.
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    Trale
    Post: 2.118
    Età: 51
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    00 10/03/2024 10:43
    @Boomerkilker, direi che la penso come te.

    @La Peppa, me lo domando anche io che senso abbia sfilare con la bandiera della Palestina, se sei un italiano. Suppongo sia una moda come lo era sfilare con la faccia di Che Guevara.
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