L'America è qui

@Alessio
Sulla notizia dell’ispezione al Careggi, purtroppo penso sia anche il solito caso di sciacallaggio politico, di fatto l’obbiettivo del centro destra è di rendere impossibili determinati percorsi terapeutici, a seguito di altri paesi che li hanno recentemente vietati.
Questo senza però considerare che in Italia, almeno le strutture pubbliche (suppongo anche le private, ma ho i miei dubbi riguardo ai controlli in questi casi) sono tenute a seguire un preciso iter.
Personalmente non farei intraprendere a mio figlio una cura a base di priptorelina, un po’ perché la totale certezza sulla sicurezza del farmaco non c’è (d’altronde quale farmaco può essere sicuro al 100%?), un po’ perché punterei a fargli intraprendere un percorso psicologico più che farmacologico, sempre considerando che l’adolescenza è di per se traumatica.
Ma al netto delle mie idee, l’obiettivo di forza Italia è semplicemente vietare determinate pratiche per avere l’appoggio di tutti quei movimenti che sono contrari (pro vita e famiglia, ecc), la salute degli individui, minori in questo caso, conta poco.

Per l’altro discorso legato ai termini, per favorire un “linguaggio inclusivo”, è l’ennesima cazzata che ti fa guardare il dito invece di concentrarti sulla luna.
Per molte persone già l’esistenza di gay, lesbiche, trans, genitori dello stesso sesso, sono di per se degli abomini che non dovrebbero esistere…non è che chiamando le cose in modo diverso le si rende più apprezzabili.
Nonostante quel che si sente affermare ultimamente, non è il linguaggio che porta ad un cambiamento di pensiero, ma l’esatto contrario.

Probabilmente il giorno in cui determinate realtà saranno largamente accettare, a nessuno fregherà del nome in cui verranno chiamate.
Ma forzare i tempi non è utile a nessuno.
Se l’essere trans fosse comunemente accettato in ogni ambiente, servirebbe a qualcosa far rientrare questi individui sotto il termine uomo o donna?

Dal mio punto di vista è comprensibile che ci siano delle opposizioni da parte di tante donne all’equiparare una trans (mtf) ad una donna effettiva e permettergli di accedere agli stessi spazi, lavori e categorie sportive.
Un po’ come fosse uno schiaffo alle lotte femministe (quelle vere e sofferte) che hanno concesso i diritti che hanno adesso alle donne.
Se un nato uomo può competere in uno sport femminile e vincere…che senso ha competere per una nata biologicamente donna?